Dal progetto giornalistico del Max Fabiani
Le difficoltà dell'insegnamento ai tempi del Covid, l'intervista di Asia Galati a Elisa Baldo
Un anno e mezzo di pandemia ha costretto insegnanti, studenti e l'intero mondo della scuola a radicali cambiamenti, a nuove sfide ma anche a dinamiche interessanti e stimolanti. Risponde la prof!
Ormai da quasi due anni siamo in DAD, tra alternanza di presenza e distanza. Cosa pensa di questo metodo di studio? E ancora, è possibile, secondo il suo parere, che questi due metodi possano in qualche modo destabilizzare sia voi insegnanti, che gli studenti, dovendovi continuamente adattare a due situazioni diverse?
"Gli aspetti positivi di questo metodo sono pochi, ma sono convinta che tutti da questo periodo abbiamo imparato qualcosa … non tutti i mali vengono per nuocere. Sicuramente molte persone che erano non - informatiche hanno appreso l'utilizzo degli strumenti che, come abbiamo visto, a volte, possono esserci necessari. Sicuramente la situazione vissuta improvvisamente l'anno scorso ha rappresentato un momento molto difficile da affrontare, perchè abbiamo dovuto riorganizzare l'attività senza sapere niente, senza capire quando la questione si sarebbe risolta, … In quel momento, credo per tutti, è stato veramente un ricercarsi, un provare, uno sperimentare cose effettivamente nuove. Abbiamo messo in moto ogni abilità di problem solving a nostra disposizione!
Che poi questa situazione ci abbia turbato, sicuramente sì, sia insegnanti che studenti; che non sia un metodo di studio adeguato, l'abbiamo visto tutti, anche perchè non permette la sedimentazione delle conoscenze e, di conseguenza, non favorisce l'aquisizione di abilità e competenze adeguate; è evidente, inoltre, che molti studenti faticano tantissimo a mantenere l'attenzione, soprattutto coloro che hanno qualche distubo specifico dell'apprendimento, ma non solo loro.
Qualche aspetto positivo c'è stato, credo siano più i negativi se devo essere onesta: tra essi in paticolar modo sono fermamente convinta che la didattica abbia bisogno di una relazione umana che un computer non può dare; in questo la didattica a distanza pone tantissimi limiti: una cosa è vedere gli studenti in presenza e un'altra è vederli in questi mini quadratini dove non sempre si riescono a osservare, a curarsi delle loro espressioni, dei loro modi (in alcuni casi le webcam neanche ci sono). Quindi dei limiti effettivamente esistono e non dimentichiamo l'aspetto economico: c'erno coloro che non avevano economicamente la possibilità di avere strumenti adeguati: la scuola ha potuto venire incontro ad alcune richieste, ma non a tutte, perchè le domande erano decisamente superiori rispetto a ciò che si poteva dare".
Ha notato in questa situazione cambiamenti nel rapporto con i suoi alunni?
"Devo dire la verità che nel mio rapporto personale con gli alunni direi di no, nel senso che ho cercato di mantenere il più possibile ciò che ho cercato di dare loro in questi anni; è chiaro che è stato molto più complesso cercare di mantenere un livello simile, perchè ho dovuto metterci molte più energie rispetto a quelle che mettevo in presenza; la parte più complessa è stata con quegli alunni che ancora non conoscevo, quelli di prima superiore che avevo appena preso: lì è stato un pochino più difficile, perchè mancava una vera e propria conoscenza di base. Quindi mi sento di affermare che un cambio di relazione non c'è stato, siamo riusciti a mantenere la relazione, ma con più fatica".
Quali sono le maggiori difficoltà che riscontrate voi insegnanti nella gestione di più classi durante le ore di didattica a distanza?
"Sicuramente un triplicarsi del tempo da dedicare alle classi perchè preparare una lezione per la didattica a distanza richiede molto più tempo; per alcuni credo ci sia stato un problema di conoscenza degli strumenti e quindi l'adeguarsi a questa modalità. Per me è stato difficile, essendo una persona molto empatica, non poter vedere gli alunni in presenza; di questo ho sofferto parecchio soprattutto l'anno scorso durante il periodo della quarantena. Quest'anno che ho visto i ragazzi un pò di più, magari per queste settimane di presenza, è stato più semplice; anche il solo ricevere una e-mail dai ragazzi, o una richiesta d'aiuto o un semplice grazie, l'anno scorso mi ricaricava. Quindi i miei problemi principali posso focalizzarli a livello umano, se così possiamo dire, per altri colleghi, invece, il complesso rapporto con la tecnologia".
Nei primi giorni in cui siete rientrati a scuola ha avuto paura di un'ipotetico contagio e preferiva rimanere in didattica a distanza o ha preferito il rientro a scuola?
"No, non ho mai avuto paura per me stessa, ma ne ho avuta per i miei genitori; infatti con loro ho evitato qualsiasi tipo di contatto per un lungo periodo; questo mi ha fatto soffrire. La mia unica paura era questa, per il resto avrei visto i miei studenti continuamente".
Pensa che grazie ai vaccini a settembre si potrà rientrare normalmente a scuola?
"Lo spero, ma non lo so. Lo spero per gli studenti, perchè senza la scuola non si va avanti e lo spero per tutto il mondo, perchè non solo la scuola, ma tutto deve riprendere. Penso anche che la ripresa nella società avrà bisogno di molto tempo: per ritornare come prima o, speriamo, meglio di prima, ci sarà un gran lavoro da svolgere; questa situazione ha lasciato un segno molto forte.
Questa situazione secondo il suo punto di vista ha penalizzato o ha agevolato il rendimento degli alunni?
"Non c'è dubbio che sia peggiorato per tutti indistintamente, sia per chi aveva già difficoltà e sia per chi andava via liscio L'unica cosa che l'anno scorso ha aiutato un pò di più, per come ho lavorato io, è stato il fatto di registrare le lezioni, ma in generale il rendimento è peggiorato".
Cosa ne pensa degli insegnanti che dimostrano poca fiducia nei confronti degli alunni facendoli per esempio bendare gli occhi?
"Personalmente non condivido perchè è evidente che gli studenti abbiano provato a copiare, o meglio, che lo abbiano proprio fatto, questo è lampante; ma secondo me questo doveva far parte della consapevolezza di ognuno di noi. Poi è vero che alcune discipline, più di altre, si prestano a essere copiate, ma, insomma, ci sono le modalità per sondare senza bendare gli occhi ad alcuno. ”
È d'accordo con l'ipotesi avanzata dal governo Draghi di prolungare le lezioni per tutto il mese di giugno? Sarebbe utile o pensa che sia voi insegnanti che gli studenti abbiano già dato il massimo?
"Credo che ormai siamo tutti stanchi e abbiamo assolutamente il bisogno di riposare, piuttosto farei una ripresa anticipata l'anno prossimo".
Durante il primo lockdown, in cui siete stati obbligati a trasferire le aule scolastiche in casa vostra, quali sono state le difficoltà maggiori che avete riscontrato per coinciliare l'ambiente familiare con quello lavorativo?
"Per me non ci sono state difficoltà perchè ho una famiglia, da questo punto di vista, molto accogliente nei miei confronti; ho trovato maggior difficoltà a livello personale in quel periodo ad essere costretta in casa: sono una persona che difficilmente si ferma a casa e ho sofferto il fatto di non potermi muovere. Inoltre ho sempre portato la scuola a casa quindi da questo punto di vista non ho avuto difficoltà. Se devo pensare a una cosa che mi turbava, effettivamente c'era ed era costituita da un senso d'ansia nei confronti degli studenti perchè continuavo a domandarmi se tutto quello che stavo facendo fosse servito a qualcosa.
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