Ritorno Schengen, il ministro Piantedosi con Slovenia e Croazia a Gorizia: obiettivo 2025

Schengen, il ministro Piantedosi con Slovenia e Croazia a Gorizia: obiettivo 2025

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Schengen, il ministro Piantedosi con Slovenia e Croazia a Gorizia: obiettivo 2025

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 18 Giu 2024
Copertina per Schengen, il ministro Piantedosi con Slovenia e Croazia a Gorizia: obiettivo 2025

Il ministro sloveno Poklukar ha annunciato il prossimo arrivo delle pattuglie miste sul confine, il lavoro insieme alla Croazia per i controlli.

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La comune percezione di trovarsi in una città simbolica dove il superamento dei confini è stato sancito dalla condivisione con Nova Gorica del titolo di Capitale europea della Cultura. Ma anche la volontà di proseguire una collaborazione che ha finora portato enormi benefici relativamente ai servizi di intelligence e ai controlli effettuati alle reciproche frontiere. Oggi a Gorizia, per la quarta volta si sono seduti allo stesso tavolo per un vertice trilaterale il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e gli omologhi di Slovenia e Croazia Boštjan Poklukar e Davor Božinović, ritrovatisi nella sede della Prefettura.

Un momento preceduto della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Raffaele Ricciardi. Il summit fra i tre ministri si è concentrato sul risultato del lavoro delle rispettive forze dell’ordine a seguito della revoca del trattato di Schengen, revoca che si è deciso di mantenere almeno fino a dicembre, con l’auspicio di ripristinare la libertà di circolazione proprio nel 2025. A tale proposito saranno tuttavia cruciali i prossimi mesi, nei quali si cercherà di consolidare la possibilità di far convivere la sospensione dei controlli con il prioritario obiettivo della sicurezza sui transiti irregolari.

A questo scopo, fondamentale risulterà per il nostro territorio il supporto della Regione che ha assicurato – attraverso il presidente Fedriga - la propria disponibilità a mettere in campo tutte le risorse possibili sia a supporto dello sforzo logistico-operativo, sia dal punto di vista tecnologico. «Con i colleghi di Slovenia e Croazia ci siamo recentemente confrontati per valutare l’opportunità di proseguire con i controlli alle frontiere e abbiamo deciso di mantenerli fino al 18 dicembre, lo stesso verrà fatto nei loro Paesi: la decisione è stata presa aggiornando i dati che ci parlano per il confine italiano, dallo scorso 21 ottobre, di 422mila persone controllate, con l’individuazione e il respingimento di 1800 stranieri irregolari e 190 persone arrestate, 90 delle quali per immigrazione clandestina».

«Per l’Italia – ha chiarito Piantedosi – non è importante il respingimento degli individui, ma la condivisione del processo di controllo della rotta balcanica e il formato regionale di questa operazione si è rivelato proficuo. Il beneficio è stato tale che stiamo valutando di estendere la collaborazione ad altri partner regionali». Il prolungamento della sospensione di Schengen potrebbe tuttavia portare a delle difficoltà per la stagione turistica appena avviata, problema che si ripercuoterebbe sensibilmente sull’economia di tutti e tre i Paesi. Nel caso dell’Italia, ci sarà effettivamente un incremento delle forze dell’ordine sul territorio regionale: quaranta i poliziotti e carabinieri chiamati a rafforzare i presidi già presenti nelle località turistiche, con diverse decine di agenti delle forze armate a sorvegliare le frontiere.

Una risposta affermativa da parte del ministro è giunta anche rispetto alle richieste avanzate dal questore di Gorizia a proposito di un aumento della unità di polizia giudiziaria. Rassicurazioni di diverso tipo ma comunque di prioritaria importanza sono giunte da Piantedosi rispetto allo sgombero del Silos di Trieste, autorizzato in questi giorni dal primo cittadino Roberto Dipiazza: l’intervento non assumerà i contorni di un blitz, ma le persone che qui hanno trovato precario rifugio verranno sistemate in altri centri di accoglienza non solo in ambito regionale.
I primi ministri di Slovenia e Croazia

Il positivo riscontro della collaborazione trilaterale è stato al centro anche degli interventi di Boštjan Poklukar e Davor Božinović. «Presto arriveremo alle pattuglie miste – ha dichiarato il ministro sloveno, ricordando che – nell’autunno del 2023 si pensava che il ripristino dei controlli avrebbe creato problemi alla popolazione locale anche durante la stagione turistica, ma per noi è fondamentale arrivare a delle soluzioni sui visti da e per i Balcani occidentali. Il caos sulle strade nei prossimi mesi sarà inevitabile, come lo era quando i controlli non c’erano più, ma certo ci concentreremo sulle maggiori vie di comunicazione. La sospensione di Schengen deve essere una tutela sia per i nostri cittadini sia per i nostri ospiti e per questo la Slovenia è pronta a collaborare alle pattuglie miste».

«Da noi quest’anno ci sono stati 18.500 passaggi di clandestini, con un aumento del 10% rispetto ai dodici mesi precedenti e il fermo di oltre 300 trafficanti che portano le persone verso la rotta balcanica. 1800 sono stati inoltre i respingimenti di individui che non adempivano ai criteri per entrare in Slovenia e dovremo cercare di essere più incisivi per essere più forti in nome della sicurezza non solo dell’Unione Europea ma di tutto il mondo».

La condivisione di esperienze e dati fra i tre Paesi sono risultati decisivi anche per il ministro dell’Interno croato Davor Božinović che ha espresso la propria preoccupazione per l’aumento del numero di trafficanti di essere umani da inizio anno, intercettati grazie anche all’incisività della task force Zebra che vede unite Croazia, Slovenia, Romania, Germania, Francia, Regno Unito a cui si aggiunge ora pure l’Italia, con l’idea di restituire ai cittadini la percezione della sicurezza.

Foto: Polizia di Stato

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