La giornata
Sardos Albertini a Gorizia per il 27 marzo con «Altro che liberazione»

Dopo la commemorazione in Largo XXVII Marzo l'ANGVD rilancia l'incontro con il presidente della sezione di Trieste nell'ambito di un progetto coordinato dal Comune di Gorizia.
«Altro che liberazione», esclamò Francesco Cossiga in occasione del suo omaggio ai martiri delle foibe il 3 novembre del 1991, prima che Basovizza diventasse monumento nazionale, nel 1992, durante il mandato del successore Oscar Luigi Scalfaro. L’immagine del Presidente in ginocchio davanti alle foibe aprì un varco, e dopo la visita a Basovizza del Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2000, si arrivò a istituire il Giorno del Ricordo, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004.
Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale di Trieste, ha scelto questa foto per il retro della copertina della sua ultima opera, “Altro che liberazione!”, in cui partendo dagli anni ’20 per giungere ai giorni nostri fa chiarezza sul significato di Fascismo, Antifascismo, Resistenza e Liberazione. Sarà lo stesso autore, dopo l’intervento del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna e l’introduzione della presidente del comitato dell’ANVGD di Gorizia professoressa Maria Grazia Ziberna, a presentare il testo, nell’ambito del progetto “I giovani sulle tracce della memoria” coordinato dal Comune di Gorizia e finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
«Alcuni si sono impossessati dei concetti di Antifascismo, Resistenza e Liberazione, impedendo una lettura diversa dalla loro. Ad esempio, hanno vietato di affermare che l’Antifascismo è finito, con la fine del Fascismo. Hanno rimosso la constatazione che non c’era stata una sola Resistenza, ma tante e diverse Resistenze (quella monarchica, dei militari fedeli al Re, quella liberale, quella della “Osoppo”). E fu proprio la fedeltà al governo italiano dei partigiani della “Osoppo” il motivo per cui furono trucidati a Porzûs nel febbraio del ’45 dai partigiani comunisti della “Garibaldi” che sostenevano le pretese annessionistiche del maresciallo Tito sulla Venezia Giulia», così gli organizzatori.
«Hanno preteso di negare una verità solare: la Liberazione, la sconfitta dei nazisti e dei loro alleati è merito primario, quasi esclusivo, delle truppe Alleate, con a fianco i militari italiani del Regno del Sud. Basta con l’Antifascismo, basta con il Fascismo, la realtà storica ha messo la parola fine a tutto ciò, ancora tanti decenni orsono. Nel 1948 l’Italia scelse a maggioranza assoluta il no al Comunismo, che ebbe come conseguenza governi centristi, strettamente alleati agli USA e all’Occidente. Gli eredi della Repubblica sociale, sotto la sigla di Movimento Sociale, furono soltanto sei in Parlamento, uno solo in Senato. La scelta già all’epoca non fu tra fascismo e antifascismo, ma tra Comunismo e Anticomunismo, secondo la logica della Guerra fredda. La lucida analisi di Sardos Albertini fa un quadro della storia d’Italia che deve farci riflettere», concludono.
L’appuntamento è per giovedì 27 marzo alle 17.30 in Sala Dora Bassi con l’autore. Poco prima, in Largo XXVII marzo, tra via Oberdan e via Mameli, il Comune, la Lega Nazionale di Gorizia e l’ANVGD comitato di Gorizia saranno presenti con la deposizione di un omaggio floreale ai piedi della targa per ricordare le grandi manifestazioni di piazza del 26 e 27 marzo 1946.
Foto d'archivio (Andrea Tomasella).
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