la cerimonia
San Pier d'Isonzo celebra il suo don Lucio, 60 anni sacerdote per la comunità
Ad accompagnare la celebrazione il coro Aesontium diretto e accompagnato all’organo da Ivan Portelli, poi l’ultima serata della Sagra de San Piero.
San Pier d’Isonzo in festa, sabato 29 giugno, per la doppia ricorrenza della festa patronale e per i ricordo dei 60 anni dall’ordinazione sacerdotale di don Lucio Comellato. Annunciata dallo scampanio solenne dei Campanari Bisiachi, la santa messa delle 17 è stata presieduta proprio dal sacerdote originario di Redipuglia. Ad accompagnare la celebrazione il coro Aesontium diretto e accompagnato all’organo da Ivan Portelli.
«Continuo a riflettere per dire qualcosa che possa aiutarvi e aiutarmi», ha esordito don Lucio. «Il Vangelo di oggi fa ritornare la domanda a chi dire chi io sia e la risposta cambia la vita se illuminata da Dio stesso. È facile avere una illuminazione momentanea ma la fatica di Pietro e degli apostoli è stata grande così come per noi. La fatica di Pietro è stata la rottura con il mondo ebraico in un cammino lungo verso la fraternità universale».
Due le domande poste dal sacerdote nell’omelia: «Chi sono gli altri? Figli di Dio senza esclusioni, ogni persona è legata dalla fraternità dovuta alla fede di figli del Dio vivente. Per questo bisogna cogliere la presenza di Gesù nell’altro. Poi, riusciamo a vedere il sacerdote alla luce della Rivelazione? Come uomo e luogo di Dio uomo della Pasqua? Lo accogliamo perché assetati dalla parola di Dio?». Fondamentale la domanda di don Lucio sulle proprie omelie in un forte spirito di autocritica: «Le nostre omelie toccano i cuori? Favoriscono la conversione? Il momento per la Chiesa non è semplice e serve un profondo esame di coscienza: siamo sulla stessa barca che fa acqua ma dobbiamo darci una mossa e restare svegli portando avanti la nostra rotta».
Dopo sessant’anni «sono ancora in bilico tra essere chiamato beato o satana. Penso – ha concluso – che sia necessario lasciarci illuminare in modo da non cedere a preoccupazioni. Quello che chiedo è che venga sostenuta la mia fede in modo che io possa sostenere la vostra».
Prima del congedo finale i doni ricevuti dall’amministrazione comunale, dalla Pro loco San Piero, dal Comitato della Sagra de San Piero, dal consiglio pastorale di San Pier e da quello di Redipuglia. «Abbiamo apprezzato e stiamo tutt’ora apprezzando i suoi modi gentili, discreti e umili nell’approcciare il prossimo», ha ribadito il sindaco, Claudio Bignolin, nel consegnare una targa ricordo.
«Molte volte, nelle sue omelie, abbiamo potuto ascoltare il termine “comunità”, ripetuto più volte di seguito. Quel dono della comunità che viene sempre meno: non abbiamo tempo, quel tempo che, se vissuto con gli altri e insieme agli altri, diventa cibo per la nostra vita. Continui, caro don Lucio – ha concluso Bignolin – ad ammonirci, a scuoterci, a venire fuori, a impegnarsi per gli altri e in mezzo agli altri». Un saluto, oltre che dal parroco, don Giorgio Longo, presente assieme agli altri concelebranti, don Mario Malpera e monsignor Giuseppe Baldas con i diaconi Vincenzo Persi e Franco Baggi, anche dalla sorella Maria Rosa, visibilmente commossa.
Al termine della celebrazione il momento conviviale e, a seguire, l’ultima serata della Sagra de San Piero, conclusasi come da tradizione con il pienone per la grande Tombola del Patrono. Ad aggiudicarsi la cinquina la signora Nardina da Milano, quattro, invece, i fortunati per la tombola da 3mila euro, tutti rimasti nel territorio comunale: Andrea, Sara e Dario da San Pier assieme a Luisa da Cassegliano. Divisa, in due questa volta, la seconda tombola da 500 euro tra Angela di Fiumicello e Davide da Pieris.
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