A San Martino la storia dei profughi della Grande guerra nel Museo

A San Martino la storia dei profughi della Grande guerra nel Museo

L'inaugurazione

A San Martino la storia dei profughi della Grande guerra nel Museo

Di I.B. • Pubblicato il 28 Giu 2023
Copertina per A San Martino la storia dei profughi della Grande guerra nel Museo

Quarantanove abitanti non tornarono più dai campi di Wagna, Pottendorf, Leibnitz e Bruck an der Leitha.

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Sarà inaugurata domani, giovedì 29 giugno alle 20, in occasione dell’anniversario del primo attacco con i gas sul fronte italiano, che colpì le linee italiane di San Martino del Carso e del monte San Michele il 29 giugno del 1916, un pannello storico presso il museo della Grande Guerra del Gruppo Speleologico Carsico a San Martino del Carso.

È ormai da oltre una decina d’anni che l’associazione speleologica del piccolo paesino carsico realizza un evento in concomitanza di questo anniversario, raccontando o portando alla luce vicende della memoria storica del paese.

Quest’anno, a seguito della presentazione dei risultati di una ricerca effettuata nel 2022 dalla sezione storica della stessa associazione, si è voluto realizzare un pannello informativo che racconti la storia della popolazione di San Martino del Carso che dovette abbandonare le proprie case per raggiungere dei campi profughi all’interno dell’impero austro ungarico a causa del primo conflitto mondiale.

Una lunga profuganza che vide parte della popolazione (non solo di San Martino) fatta evacuare dapprima in Ungheria, Boemia e Moravia per poi essere trasferita all’interno dell’Austria, perlopiù nei campi profughi di Pottendorf, Wagna, Willhelmsburg e Bruck an der Leitha dove rimasero fino alla fine della guerra.

Molti di loro non tornarono mai più: quarantanove civili di San Martino del Carso morirono lontano dalle loro case e il loro nomi verranno ricordati su questo pannello che sarà posizionato al museo della Grande Guerra dagli speleo di San Martino con l’intento di far conoscere questa storia a tutti coloro che visiteranno il museo o che passerà a San Martino del Carso.

“Una vicenda sconosciuta a gran parte di coloro che arrivano in quel paese straziato che racconta storie di eserciti in guerra, ma niente della popolazione locale e di quanto questa dovette subire da quella guerra”, racconta il gruppo Speleo. “La lunga collaborazione con l’associazione Mertium di Szeged in Ungheria, in questo caso assume un maggior significato, in quanto fu proprio in questa città (oggi collocata a ridosso del confine con Romania e Serbia) e nei piccoli paesi limitrofi che molti profughi della nostra zona vennero inviati alla fine di maggio e all’inizio di giugno del 1915, e vi rimasero fino a settembre dello stesso anno quando vennero poi trasferiti nei campi profughi della Stiria e della Bassa Austria”, concludono-

L’evento è realizzato dal Gruppo Speleologico di San Martino del Carso con la collaborazione dell’associazione ungherese Meritum e con il fondamentale contributo della BCC Venezia Giulia.  

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