A San Martino la messa per i caduti italiani e ungheresi: ospite l'arcivescovo di Gyulafehérvár

A San Martino la messa per i caduti italiani e ungheresi: ospite l'arcivescovo di Gyulafehérvár

La celebrazione

A San Martino la messa per i caduti italiani e ungheresi: ospite l'arcivescovo di Gyulafehérvár

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 29 Ott 2023
Copertina per A San Martino la messa per i caduti italiani e ungheresi: ospite l'arcivescovo di Gyulafehérvár

Un duraturo rapporto di amicizia lega il prelato al Gruppo Speleo e al museo locale. La tradizionale cerimonia per Ognissanti.

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Si terrà lunedì 30 ottobre alle 17 nella chiesa di San Martino Vescovo a San Martino del Carso la messa in per i caduti ungheresi e italiani che persero la vita durante il primo conflitto mondiale sul Carso Goriziano.

Un appuntamento, quello organizzato dal Pontificio Istituto ecclesiastico ungherese di Roma, assieme al Gruppo Speleologico, al consolato Generale Onorario d’Ungheria di Venezia, all’associazione Culturale Italo-ungherese del Triveneto e con l’ospitalità del parroco don Giovanni Sponton, che già da molti anni si ripete in occasione della festa di Ognissanti e che non si è interrotta neanche in occasione della pandemia, anche se celebrata in forma ridotta per le misure di contenimento al virus.

Quest’anno la santa messa in lingua italiana sarà celebrata da S.e.r. Mons. Gergely Kovács, Arcivescovo di Gyulafehérvár, oggi Alba Iulia in Romania, in Transilvania, che affiancherà padre Norbert Németh, Rettore del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese di Roma e assistente ecclesiastico degli ungheresi in Italia e don Giovanni Sponton.

Una gradita presenza quella dell’Arcivescovo Gergely Kovács per l’associazione speleologica e per il territorio che ricorda come l’allora ancora parroco arrivò da Roma al museo della Grande Guerra di San Martino nell’estate del 2015 in occasione della mostra dell’Albero Storto organizzata dal sodalizio.

In quell’occasione Monsignor Kovács cercava tracce della presenza del soldato Marton Áron sul fronte carsico, e precisamente in una trincea del settore 18 di fronte a San Martino, la cui storia era stata riportata anche su un pannello espositivo all’interno di quella mostra. Inquadrato nel 61° reggimento di fanteria di Timisoara, Marton Áron diventerà negli anni seguenti alla guerra sacerdote e successivamente un’importante Arcivescovo della comunità ungherese della Transilvania, allora in una situazione problematica all’interno di uno stato sotto l’oppressione sovietica e rumena. In quell’anno l’attuale Arcivescovo Gergely Kovács era il Postulato che si stava occupando della Causa di beatificazione di Marton Áron e faceva parte del Pontificio Consiglio della Cultura presso la Santa Sede nella Città del Vaticano. Il destino ha voluto che alcuni anni dopo, nel dicembre 2019 Gergely Kovács venne nominato Arcivescovo di Alba Iuila da Papa Francesco, la stessa Arcidiocesi che fu allora guidata da Marton Áron.

Alla solenne cerimonia di insediamento che si celebrò alcuni mesi dopo alla cattedrale di Gyulafehérvár in Transilvania, fu invitata e partecipò anche una delegazione del piccolo museo di San Martino del Carso.

Numerosi sono state negli anni i pellegrinaggi organizzati da Monsignor Kovács sulle tracce di Marton Áron con le comunità degli ungheresi di Transilvania a San Martino del Carso in collaborazione con l’associazione Speleo e il ritorno dell’Arcivescovo è quindi motivo di festa anche per l’associazione stessa che riabbraccia con enorme piacere un grande amico, che anche con i suoi innumerevoli e importanti impegni riesce ancora a trovare il tempo di ritornare a San Martino e a mantenere stretti i rapporti di amicizia con l’associazione.  


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