MULTE E AUTOVELOX
San Canzian, il Comune ricorre in appello contro l’annullamento di un verbale per eccesso di velocità
L'intento dell'automobilista è contestare la rimozione della multa per la non omologazione dell’autovelox. Il sindaco Fratta: «Opportuno tutelare la sicurezza stradale».
Lo scorso ottobre un cittadino ronchese di 36 anni, multato a marzo per aver infranto il limite di velocità nel tratto della SS14 che attraversa l’abitato di Pieris, ha vinto il ricorso presentato al Giudice di Pace di Gorizia per l’annullamento del verbale. La sentenza di quest’ultimo ha sostanzialmente stabilito l’illegittimità della multa per un “vizio di forma”: l’autovelox non risultava infatti omologato secondo le caratteristiche previste per simili dispositivi all’interno di un decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Ora, però, il Comune di San Canzian d’Isonzo intende riaprire la questione: la giunta comunale ha infatti approvato questo lunedì una delibera per fare ricorso alla sentenza del Giudice in nome della tutela alla sicurezza stradale. «La multa è stata data perché l’autista guidava a 116 chilometri all’ora su una strada in centro urbano, dunque con limite di 50 km/h, fiancheggiata da case e in prossimità di un incrocio – è il commento del sindaco Claudio Fratta sulla decisione presa – non voglio fare lo “sceriffo”, ma in situazioni come questa è opportuno mettere in primo piano l’interesse pubblico alla sicurezza stradale: ci sono zone in cui bisogna stare attenti a non correre troppo».
L’intenzione è quella di ribaltare la decisione del Giudice portando all’attenzione casi simili in cui l’omologazione dell’autovelox non è stata ritenuta condizione necessaria per sanzionare un’infrazione: «diversi giudici di pace hanno invece respinto i ricorsi relativi alle violazioni inerenti il codice della strada, sostenendo che lo strumento di rilevazione della velocità dev’essere solo autorizzato» si legge infatti fra i punti della delibera. A ciò si accompagna un'altra evidenza su cui il ricorso andrà a mirare, ossia l’applicazione “retroattiva” del decreto ministeriale che impone l’omologazione dei dispositivi: tale documento è stato ufficialmente emesso dal Ministero dei Trasporti a fine aprile di quest’anno, più di un mese dopo il rilevamento della trasgressione al limite di velocità.
Ma il decreto in questione presenta ulteriori lacune. «La procedura e i criteri da seguire per “mettere in regola” gli autovelox non sono espressi chiaramente - aggiunge Fratta - per cui al momento nessun autovelox in Italia può definirsi “omologato”». Il Comune di San Canzian è dunque pronto a partire con la causa: gli uffici comunali, ciascuno per le proprie competenze, stanno provvedendo all’affidamento del patrocinio legale a un avvocato, mentre al sindaco spetterà il ruolo di «sottoscrivere le deleghe di rappresentanza e difesa nel giudizio in parola».
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