a Ruda
Liberazione, a Saciletto arriva Fassino: «Ricordare gli orrori del Novecento»
Ventidue Comuni presenti questa mattina alla cerimonia. Il sindaco Lenarduzzi richiama i morti in mare, «ministro Piantedosi taccia».
“Ricordare il sacrificio di una generazione significa rinnovare il patto che i nostri avi hanno stipulato e che ognuno di noi mantiene quando vive in una società democratica”. Così l’onorevole Piero Fassino durante l’orazione ufficiale a Saciletto di Ruda per l’annuale commemorazione dei combattenti dell’Intendenza Montes e dei Gap fucilati dai fascisti nel febbraio 1945.
Una folta delegazione di sindaci, ben ventidue dalle province di Udine, Gorizia e Pordenone, ha presenziato con labari e, spesso, assieme alle locali sezioni dell’Anpi. Non sono mancati rappresentanti politici di livello comunale, regionale e nazionale che hanno sfilato da piazzale Cocolin fino alla piazza “La Spessa” per i vari discorsi.
Primo fra tutti il sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, che ha ribadito la vocazione a terra di confine dell’intero territorio. “Qui sono passati popoli e genti che hanno preso ma hanno anche lasciato. E nel secolo breve abbiamo vissuto immani tragedie, dalle fucilazioni sommarie della Prima Guerra Mondiale alle esecuzioni fasciste della Seconda, tra i campi di questi paesi”.
Lenarduzzi ha ricordato i nomi dei caduti – Mario Malner da Monfalcone e Arrigo Dozzo, Gentile Valeri da Terzo d’Aquileia, Ferruccio Cidin, Vitalino Franzon e Ugo Zorzenon di Fogliano, Bruno Montina da Cervignano, Secondo Bertossi da Pocenia – ma anche numerosi altri combattenti ancora in vita. “Commemorare – così ancora Lenarduzzi che non ha potuto non toccare temi di attualità, tra cui la guerra in Ucraina e le morti dei migranti al largo delle coste italiane – significa far rivivere quelle vicende per cogliere gli insegnamenti per il presente, per cogliere la consapevolezza che quei drammi non sono appannaggio del passato e lo vediamo oggi più che mai”.
Spontaneo l’applauso al ringraziamento nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “che, ancora una volta, ha salvato lo Stato dal naufragio dell’insensibilità. Il Ministro Piantedosi dovrebbe tacere di fronte a bambini e donne morti in mare”, ha concluso Lenarduzzi.
Ad alternare alcuni momenti musicali il coro Multifariam diretto da Michele Gallas anche se non sono stati gli unici momenti musicali: la Banda Mandamentale di Cervignano del Friuli ha accompagnato il corteo e intonato l’Inno nazionale ed Europeo, oltre che “Un vessillo in alto sventola” e il silenzio per i caduti. Alcune riflessioni sono state lette dagli alunni e alunne delle scuole elementari di Perteole e di Ruda.
Un commosso Pietro Fassino, che ha concluso la propria orazione con la voce rotta dall’emozione, ha ribadito la necessità di preservare la memoria: “Dopo anni il rischio è che cada una coltre di oblio su quegli eventi, sulla generazione che ha preso le armi per la propria libertà, contro la guerra e contro un regime di oppressione, ma anche sui crimini del fascismo”. Proprio sul tema della recente aggressione a Firenze, l’onorevole ha voluto soffermarsi: “Ci sono rigurgiti fascisti nella nostra società che ha visto nascere il fascismo non in grandi adunate ma ai bordi di un anonimo marciapiede dove la vittima di un’azione squadrista viene lasciata a morire in modo indifferente”.
Fassino ha voluto, infine, lanciare un monito ricordando gli “orrori del confine e del Novecento, dalle vittime della lotta di liberazione fino alla tragedia delle foibe e al dramma dell’esodo”.
Fotoservizio di Imelda Lamaj.
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