Ronchi ricorda le vittime della Strage del Pilastro

La commemorazione per ricordare i tre carabinieri uccisi nel 1991 di fronte al monumento di Piazza della Concordia.

A 31 anni dalla “Strage del Pilastro” il comune di Ronchi dei Legionari e l’Associazione Nazionale Carabinieri hanno voluto ricordare i giovani Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini, trucidati dalla Banda della Uno Bianca, formata dai fratelli Savi, che a cavallo degli anni '80 e '90 sparse il terrore e la morte tra Bologna e la Romagna.

Nel frattempo, nel capoluogo emiliano i parenti delle vittime hanno dichiarato di aver sottoscritto una nuova lettera nella quale annunciano un esposto, seguendo un po’ l’esempio di quanto fatto per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, in quanto “ancora oggi non conosciamo tutta la verità su quella strage”.

“Questi giovani – ha ricordato il presidente della sezione monfalconese dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Pasquale Leone – hanno dato la propria vita nell’adempimento del proprio dovere e sono stati portati via crudelmente agli affetti dei loro cari e di tutti”.

Gli ha fatto eco il sindaco, Livio Vecchiet, che ha rimarcato la scia di sangue di quegli anni difficili. La commemorazione si è svolta nella centrale Piazza della Concordia di fronte al monumento voluto pochi anni dopo il tragico attentato dalle associazioni ambientaliste ronchesi guidate da Nicola Rusca, assieme all’amministrazione comunale di allora. A impreziosire il cippo l’intervento dello scultore Giovanni Maier.

Maier, con un lavoro davvero apprezzabile, accanto alla pietra carsica in cui sono impressi i nomi dei tre carabinieri, ha sistemato tre simboli storici dell’Arma dei carabinieri che sono il cappello, la bandoliera e la fiamma. Un riconoscimento della città a questa forza armata ed assieme il segno della vicinanza di Ronchi dei Legionari alle istituzioni ed a chi ogni giorno è in prima linea per difenderle. E proprio il padre di uno dei ragazzi uccisi, Domenico Moneta, di Santa Marinella, nella provincia di Roma, aveva scritto al presidente della sezione cittadina dell’associazione, Mario Biasini, per esprimere il suo apprezzamento.

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