La grata memoria di don Renzo a Ronchi, «non ha mai negato un aiuto»

La grata memoria di don Renzo a Ronchi, «non ha mai negato un aiuto»

La messa

La grata memoria di don Renzo a Ronchi, «non ha mai negato un aiuto»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 08 Mar 2023
Copertina per La grata memoria di don Renzo a Ronchi, «non ha mai negato un aiuto»

Affollata chiesa di San Lorenzo tra amici e colleghi. «Gli dicevano che era esagerato nella carità ma era il miglior complimento per lui».

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Le comunità parrocchiali di Ronchi dei Legionari e quelle del decanato monfalconese assieme a quella civile e a tanti amici provenienti dalla Bisiacaria e dall' Isontino, hanno ricordato il parroco don Renzo Boscarol a due anni dalla sua scomparsa - il 7 marzo 2021 - con la celebrazione di una messa nella chiesa di San Lorenzo. Il rito è stato officiato dal decano don Paolo Zuttion.

Alla solenne concelebrazione eucaristica hanno partecipato il parroco monsignor Ignazio Sudoso, i confratelli sacerdoti e i diaconi. Nell'omelia, il celebrante ha descritto - alla luce della pagina del Vangelo del giorno - il rapporto che don Boscarol aveva con quella Parola di verità e di vita di cui si nutriva e che testimoniava quotidianamente. Sono stati tre gli aspetti messi al centro dell'attenzione da don Paolo dopo la lettura del Vangelo: la ricerca della vana gloria e del mettersi in vista con delle azioni apparentemente positive, l'incoerenza e la riduzione della religione a pura norma, legge.

"Don Renzo ha lottato sempre contro queste tentazioni e virus presenti in tutti noi - sono le parole di don Zuttion - e lavorava sodo sul saper riscoprirsi comunità cristiana dando testimonianza che il Vangelo è la buona notizia a fondamento di tutto". Poi, il richiamo al "don Renzo esagerato nella carità".

"Forse non era una carità completamente strutturata - commenta ancora il decano - ma quella definizione era il più grande complimento che gli si potesse fare perchè la sua esagerazione era l'immagine di ciò che con la sua vita ha cercato di seguire". Infine un'altra sottolineatura da parte del celebrante riguardo una caratteristica della personalità di don Boscarol. "Incarnava la Parola: non si rifiutava ai poveri, non turbava i cuori, non negava l'aiuto e non respingeva chiunque fosse nel bisogno" così don Zuttion.

Alla celebrazione, erano presenti anche il sindaco Mauro Benvenuto accompagnato dagli assessori Giampaolo Martinelli e Monica Carta, l' Azione Cattolica diocesana, gli Alpini di Ronchi, diversi amministratori locali e alcuni colleghi giornalisti con i quali il sacerdote aveva condiviso tanti momenti importanti in più di 50 anni di iscrizione all'albo. "Don Renzo vive. Di questo, cari amici, siamo certi - sono le parole di una breve elegia scritta per ricordarlo - vive nella luce del Risorto, sua meta celeste. Vive.

Nella voce tremante di chi lo ricorda con affetto, nel passo instabile ma deciso di chi continua a mantenere forte la fede. Nell’operato costante e silenzioso di chiunque si dia da fare per la parrocchia e per la comunità. Nella bolletta pagata a una mamma in difficoltà con i propri figli o a una mano tesa che viene esaudita, magari brontolando. Nella penna costante che non finirà il proprio inchiostro del racconto della verità e della ricerca di nuove vie per il nostro territorio. Vive in tutti noi che lo ricordiamo, dallo sguardo incalzante di un bambino che, anche se in pochi anni, lo porta nel cuore e nell’anziano con il quale ha condiviso un tratto più lungo della sua esistenza".

E ancora nel testo: "Don Renzo si è spento in quaresima, tempo di penitenza e di riflessione, di perdono, certo, ma anche di digiuno. Anche il nostro è un digiuno, anche se di parole, di incoraggiamenti, della presenza di un amico certo al quale, a volte, è mancato il sostegno ma che non ha mai fatto mancare il proprio.

Aiuto che arrivava anche a chi, forse, il merito non l’aveva del tutto o per chi il buon Renzo era “indifendibile” ma che oggi lo ricorda con la nostalgia di chi vorrebbe un passato perennemente presente, dimenticandosi di averlo contestato o, forse meno condonabile, averlo lasciato solo
". Al termine della celebrazione, anche il parroco monsignor Sudoso, ha preso la parola: "Non si muore mai, si nasce due volte. In fondo le persone non muoiono ma vivono in un'altra dimensione. Lo stile e l'operato di don Renzo vivono in noi ancora oggi". 

Foto di Imelda Lamaj.

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