Gli eventi
Ronchi, due giorni per i cent'anni di Azione Cattolica: ricordati gli assistenti
La pubblicazione presentata stamattina ricorda cinquanta figure di sacerdoti impegnati nel sodalizio.
All’interno delle celebrazioni per il centenario dell’Azione Cattolica dell’arcidiocesi di Gorizia due giorni sono stati dedicati, a Ronchi dei Legionari, al ricordo dei vari assistenti che si sono succeduti alla guida spirituale del sodalizio d’ispirazione cattolica.
Nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo di Ronchi dei Legionari, venerdì 1 aprile, la Santa Messa presieduta da don Michele Centomo assieme a don Mario Malpera e don Stefano Goina, con la presenza del parroco, monsignor Ignazio Sudoso, e del vicario don Mirko Franetovich. “In questa celebrazione – ha ricordato monsignor Centomo - il nostro pensiero va a quanti, uomini, donne, giovani, ragazzi sono ora nella casa del Padre e che hanno fatto parte della nostra grande famiglia dell’Azione Cattolica, l’hanno fatta crescere perché, pur nelle diverse stagioni della vita, hanno incontrato il Signore. Non dimentichiamo i nostri assistenti, particolarmente don Renzo ad un anno dalla sua scomparsa. Uomo di relazione, ha sempre vissuto il dialogo aperto, vivace e diretto con tutti, senza mai nascondersi, avendo nel cuore e nella mente il buono, il bello e il vero del Vangelo nella concretezza dell’oggi. La sua testimonianza è stata sempre quella di non nascondersi, di permettere a chiunque di venire a toccare con mano la realtà del Vangelo”.
Nella mattinata di sabato 2 aprile, poi, il convegno sul “Volto ecclesiale dell’Azione Cattolica” con la presentazione del volume omonimo curato da Maria Serena Novelli. Terzo volume della trilogia che ha raccontato i vari personaggi che hanno rappresentato il sodalizio internamente ed esternamente. Delle cinquanta figure che Novelli ha ricordato nel lavoro, tre sono quelle che sono state scelte per il pubblico: don Giuseppe Luigi Velci, monsignor Tarcisio Nardin e don Renzo Boscarol. A moderare l’incontro Barbara Spanedda, responsabile dell’archivio associativo.
L’assistente diocesano, don Michele Centomo, ha ricordato come “Maria Serena ha steso una bella lista di biografie all’insegna della varietà e con il solo scopo di provare a rappresentare tante tipologie e filoni diversi, e personaggi agli antipodi tra loro. Quindi nessuna pretesa di esaustività, e nessuna voglia di fare una classifica. Solo qualche spunto, in modo che ciascuno possa approfondire la storia della nostra Chiesa diocesana con gli occhi della fede nel dono di uomini che nella loro vita hanno detto “sì” ad una chiamata particolare, diventando nel tempo, pastori davanti, in mezzo e dietro al gregge per accompagnarli alla gioia di essere cristiani nel loro tempo”. “È arrivato il momento – ha concluso don Michele - di andare avanti: facendo tesoro dell’esperienza vissuta, ma intravedendo la vita nuova che ci sta davanti”.
Per inquadrare ancora meglio l’intera schiera delle figure l’archivista e paleografo Vanni Feresin ha raccontato la situazione storica dell’arcidiocesi nel corso dell’intero Novecento. “Fondamentali per la nostra storia, e anche elementi caratterizzanti, sono stati cultura ed educazione. A Gorizia lo si è visto prima con la presenza delle Orsoline e poi con i Gesuiti”. Un tratto particolare la costituzione di ben tre seminari in oltre 150 anni di storia: “Prima il Werdenbergico, poi il Teresiano e infine quello di via Alviano. Sia dal punto di vista dell’educazione che della cultura ci sono state figure decisamente importanti”. Figure di arcivescovi come Missia, Sedej, Margotti, Pangrazio e Cocolin si intrecciano con altre come Girat, De Rosa, Meizlik, Agazzi, Gimona, Pontel.
La vera necessità, però, è oggi quella di recuperare la memoria di questi personaggi ma soprattutto prenderli a esempio. “L’azione cattolica lo sta facendo, ma l’Arcidiocesi? Il museo diocesano, ad esempio, è un progetto in divenire da ormai 26 anni. Siamo degni di quest’eredità? Lo dobbiamo essere, anche in vista del fondamentale appuntamento di Gorizia-Nova Gorica 2025”, ha concluso Feresin.
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