L’INTERVENTO
Ronchi, il consigliere Dijust critica la giunta sulle manutenzioni comunali
Il capogruppo di Noi Moderati interviene su marciapiedi dissestati, buche, strade che si allagano e cartelli stradali da sostituire. Focus anche su segnaletica stradale e siti culturali.
Il vero problema che affligge la città ed impegna - con fatica - l’amministrazione comunale ronchese è la manutenzione generale. Ne è convinto il capogruppo di Noi Moderati, Boris Dijust. «Si tratta di tutti quegli interventi necessari per mantenere o ripristinare la funzionalità e l’efficienza delle opere al fine di assicurare la sicurezza e il benessere dei cittadini e degli utenti in genere – sono le parole del consigliere - già è difficile far fronte a quella ordinaria, quella straordinaria poi diventa quasi inarrivabile». «Se finalmente su alcune strade cittadine si è provveduto a posizionare segnali luminosi e rilevatori di velocità come in via Redipuglia, via d’Annunzio e via Soleschiano – spiega Dijust - su altre si continua a correre in spregio ai limiti di velocità imposti per garantire la sicurezza della circolazione e degli utenti della strada».
Tra le segnalazioni, ad esempio, emergono quella su via Raparoni: «Come segnalano diversi residenti, le auto sfrecciano per raggiungere San Zanut o da lì tornare come strada alternativa e poco controllata – continua – poi Via Raparoni nelle belle giornate è molto frequentata da persone che vanno a passeggiare, correre o pedalano in bicicletta per fare movimento. Durante il Covid era una vera e propria zona di incontro quasi fosse un viale della passeggiata. Oggi bisogna veramente stare attenti a non essere investiti. Sarebbero necessari maggiori controlli ma anche provvedere alla manutenzione della strada e ripristinare i dossi dissuasori un tempo presenti».
Poi, anche le opere storico-culturali meritano attenzioni. «Da via Stoppani all’altezza degli accessi magazzino posteriori alla Meteor, si sviluppava un percorso attraverso i campi denominato Itinerari storici tra Carso e Isonzo realizzato a suo tempo con un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso un programma di iniziativa comunitaria Interreg Italia – Slovenia 2000-2006».
«Il tracciato era riconducibile alla Consolare via Postumia che collegava il passo sull’Isonzo di Cassegliano e il Ponte di Ronchi. Strada protostorica e romana del II secolo Avanti Cristo ormai scomparsa. I cartelli turistici esplicativi che illustravano storia e percorso sono oggi illeggibili». Un vero esempio di soldi secondo il capogruppo «spesi bene per ricordare la storia del nostro territorio ma poi la mancata manutenzione di due decenni ha visto scomparire l’opera rendendo il percorso non più fruibile. Un vero peccato perché era anche molto utilizzato da amatori della passeggiata e del trekking».
Non manca inoltre, il riferimento alla vasca di raccolta delle acque meteoriche di Soleschiano, via che diventava impraticabile ad ogni acquazzone: «Non si è mai provveduto alla sua manutenzione» sottolinea Dijust che fa pure notare: «Oggi la vasca è diventata un bosco con alberi alti e arbusti impenetrabili e la recinzione è stata fagocitata da erbacce e rampicanti. Chiaramente ne è stata intaccata anche la funzione di dispersione delle acque oltre a essere ricovero di ratti e zanzare».
«Ho più volte segnalato il problema al sindaco, all’assessore competente e agli uffici comunali e questa estate si è provveduto alla disinfestazione dell’area, ma non alla manutenzione della vasca – specifica il consigliere di minoranza - essendo il problema reale e di una certa importanza, ho ricevuto rassicurazioni in merito ad un intervento da parte degli interlocutori e speriamo che si possa in brevissimo tempo giungere alla soluzione del problema. Rimane il fatto però che, se dopo la sua realizzazione si fosse effettuata una regolare manutenzione, il problema oggi non sarebbe così grave da intervenire in forma straordinaria».
Le critiche non mancano anche sui tombini comunali «che necessitano di riparazione e sostituzione». «La manutenzione è la naturale attività che segue la realizzazione di un’opera che si vuole conservare nel tempo – conclude Dijust - bisogna darsi da fare con piccoli e costanti interventi altrimenti poi il restauro diventa gravoso e costoso quanto la realizzazione dell’opera stessa. La responsabilità è ovviamente di tutte le amministrazioni succedute nel tempo ma l’ultima, quella attuale, deve intervenire prontamente con una scala di priorità che abbia un occhio di riguardo ai ripristini necessari».
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