la storia
Romana Carli compie 110 anni, ultracentenaria di Gorizia nata sotto il Kaiser
Sfollata da bambina durante la Grande guerra, da tempo vive a Velletri. Il ricordo della sua infanzia a Gorizia e del suo passato come modella.
Ha festeggiato 110 anni il 16 luglio Romana Carli, nata Culot (nella foto). Residente da anni a Velletri, l'anziana è però nata a Gorizia, con la quale ancora sente un forte legame come ricordano gli amici ed i collaboratori che la assistono. Sono stati proprio loro - una sorta di famiglia allargata - che hanno voluto rendere omaggio ad una donna dalla tempra di ferro, riscoprendo la storia della vita di Romana per festeggiare un compleanno straordinario. Dunque la mente torna a Gorizia, città di confine per eccellenza.
Sfollata durante gli anni della Grande guerra, andò con la «nonna a Pisa - racconta lei in un'intervista - ero piccolissima avevo un anno e mezzo. Dovevo andare con mia madre dall’altra parte ma diceva che faceva freddo, che non sarei stata bene. Così ha detto che sarei stata meglio con mia nonna. Con mia nonna sono stata bene in Toscana anche se piangevo perché volevo la mamma». La signora Cari oggi è una delle ultime persone in Europa ad essere nata sotto l'allora Impero asburgico, venendo alla luce poco prima che tanti goriziani venissero spediti sul fronte orientale.
Di animo artistico fin da piccola, durante l'esperienza in toscana ebbe modo di sentire per la prima volta dei canti in chiesa e di lì iniziò a cantare per eventi sempre più importanti. Rientrata a Gorizia dopo la guerra, andò a scuola privatamente da quello che era rimasto della nobiltà cittadina. In seguito, anche grazie alla sua bellezza, fece la modella a Trieste e poi - racconta - la comparsa per il Gattopardo. «Ho avuto anche la maestra di scuola che mi ha insegnato a cantare perché ha capito che avevo una buona voce (questo probabilmente negli anni del primo dopoguerra, ndr). A Gorizia ho cantato in tutte le chiese, anche nel Duomo».
Ricordando quel ritorno a casa, le memorie sono «sempre con mia nonna, mia mamma non era ancora tornata. A Gorizia sono tornata a 4 anni, nel 1918, perché nel ’18 è finita la guerra. Mia nonna ha detto: "Metteranno di nuovo tutto a posto"». Rimasta ormai anche una delle poche centenarie della fu Nizza asburgica, venuta meno anche Cecilia Seghizzi che che si è spenta nel 2019 a 111 anni, Carli è diventata anche una sorta di traghettatrici della Gorizia asburgica nella Gorizia che si avvia a diventare Capitale europea della cultura assieme a Nova Goriza. Nel segno della musica e del canto, ovviamente.
L'epopea della sua vita è arrivata fino all'assessore alla cultura di Gorizia, Fabrizio Oreti, che ha voluto portarle i suoi auguri: «È stato emozionante conoscere la storia di Romana, perché testimonia come c’è un ponte tra il passato, il presente e certamente il futuro. La sua storia testimonia l’importanza della nostra città nel passato che resta fedele alle tradizioni ma mai, come in questo momento, il nostro territorio è proiettato nel futuro, verso la capitale europea della cultura che vuol dire essere testimoni delle storie come quella vissuta da Romana assieme a Cecilia».
«Sono contento di aver ricevuto la notizia del compleanno della signora Romana, alla quale scriverò per inviare un caloroso saluto. Se mai potrà raggiungerci, la nostra città la aspetta a braccia aperte» ha concluso Oreti. Per quanto riguarda il padre, infine, Carli racconta che anche se non era laureato, lavorava nell'architettura: «Faceva cose molto importanti, lo hanno tenuto in considerazione. Quando hanno saputo che mio padre era una ragazzo che aveva studiato, era intelligente, lo hanno messo in un ambiente di riserva per trattare l’”andamento” militare».
Si ringrazia Andrea Benato
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