il progetto
Lo storico film sulla Grande guerra ritorna alla luce, lavoro partito da Gorizia

Restauro partito da una copia conservata dal Kinoatelje. Ne esistono pochi al mondo.
C'è anche una professionista di Gorizia nella squadra che ha restaurato “La battaglia dall’Astico al Piave”, storica pellicola muta del 1918 realizzata dal Regio esercito italiano. Si tratta di Martina Humar, che con il Kinoatelje ha preso parte all'importante progetto insieme a numerosi altri partner regionali e nazionali. Il tutto sotto la direzione dell'Università di Udine, che ha così dato nuova vita a un'opera di 57 minuti, testimonianza degli eventi tra il 14 e il 30 giugno 1918 che decisero l’esito della seconda battaglia sul Piave.
Tra gli altri, si può vedere il volo su Vienna guidato da Gabriele D’Annunzio, la resa degli Austro-Ungarici e l'annuncio della vittoria da parte del generale Armando Diaz. Il progetto di recupero è stato finanziato al ministero della cultura, che lo ha scelto come secondo fra i 14 beneficiari di sostegno prescelti fra 122 progetti su iniziative di tutela del patrimonio storico della Grande guerra. L’opera è stato oggetto di un complesso lavoro per la ricostruzione filologica e il restauro dei materiali collazionati presso più archivi europei da parte di un gruppo di ricerca del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale.
Simone Venturini ha svolto la direzione scientifica. All’impresa hanno collaborato Archivio storico Luce (Patrizia Cacciani, Fabrizio Micarelli), Cineteca del Friuli (Livio Jacob, Elena Beltrami, Andrea Tessitore), Cineteca Milano (Roberto Della Torre), Lobsters Films (Serge Bromberg) e Museo nazionale del cinema (Gabriele Perrone). Oltre a Venturini, l’equipe dell’Università di Udine è composta dal direttore tecnico Gianandrea Sasso, dalla capo-restauratrice Daniela Pera e dai restauratori Serena Bellotti, Anna Donati, Petra Marlazzi, e Giacomo Vidoni.
Importante è stato il contributo di esperti del cinema della grande guerra e del periodo storico, tra cui Livio Jacob, Alessandro Faccioli, Elena Nepoti e Camillo Zadra (ai quali si devono più identificazioni e intuizioni di ricerca). Del film fino ad oggi sono state documentate quattro versioni. Le versioni italiana e francese del 1918; una versione ridotta “scozzese” del 1918 “da 2000 piedi” di lunghezza e una riedizione del 1927. Il restauro ha ricostruito l'edizione italiana del 1918 avvalendosi di più materiali filmici conservati presso collezioni e archivi europei.
La copia conservata dall’associazione Kinoatelje si è rivelata l’elemento chiave per la ricostruzione della versione italiana del 1918 (una copia nitrato di prima generazione, imbibita e virata, con didascalie italiane e informazioni autografe sul montaggio e le colorazioni). Diverse altre sequenze sono state rintracciate nei materiali provenienti da Cineteca del Friuli e Lobster (copie d’epoca e master che testimoniano la versione francese del 1918) e nei materiali dell'Istituto Luce (un duplicato negativo, in quattro rulli, con didascalie flash che testimoniano sia la versione del 1918 che quella del 1927).
La sequenza finale del film proviene dall’Archivio storico del film di Cineteca Milano (copia positiva nitrato, digitalizzata da MIC Lab e risalente alla riedizione del 1927). Un’altra scena mancante è stata trovata in “Dio segnò i confini d'Italia” (1918), conservato dal Museo nazionale del Cinema di Torino. Attualmente i ricercatori dell’ateneo friulano stanno analizzando, su intuizione del direttore della Cineteca del Friuli, più materiali conservati dalla Library of Congress di Washington, la più grande del mondo, in cui sono state individuate alcune riprese mancanti.
"Confrontando tra loro documenti, diari, immagini in movimento e fotografie – spiega Venturini – abbiamo potuto osservare i momenti chiave da un punto di vista storico prismatico, poiché la battaglia è stata testimoniata e raccontata da diverse angolazioni. Più studiosi e specialisti hanno fornito un aiuto fondamentale per localizzare e datare le sequenze e identificare altri testimoni e fonti, quali i materiali di Torino e della Biblioteca del Congresso". Il film sarà proiettato in anteprima europea oggi alle 17.30, al teatro Verdi di Pordenone, nell’ambito delle Giornate del cinema muto.
Il film sarà inoltre mostrato a Roma, Udine, Torino e in altre città italiane in occasione delle celebrazioni del Milite ignoto. Attualmente, la ricostruzione attesta più del 90% dell'edizione italiana, circa 1170 metri sui 1255 registrati dal visto di censura. "Questo eccezionale risultato – sottolinea il direttore scientifico – ha permesso di recuperare una fetta importante del patrimonio cinematografico italiano della prima guerra mondiale e di chiarire le relazioni e le contaminazioni tra diversi film e documenti d’epoca".
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