LE OSSERVAZIONI
Rinnovo presidente Ascom a Monfalcone, Moretti punta il dito verso il centrodestra
I candidati sono l’uscente Antonelli e l’attuale vice Comolli. Il consigliere regionale dem critica Cisint e Fasan: «L’associazione resti autonoma».
È atteso per settembre il rinnovo dei vertici dell’Ascom di Monfalcone e Mandamento. I candidati sono due: l’uscente, Roberto Antonelli, titolare di Lola’s Sexy Shop e l’attuale vice, Davide Comolli, titolare del Filo di Paglia. Saranno un migliaio gli iscritti coinvolti ad esprimersi e suddivisi in undici categorie commerciali. Entrambi i candidati non sono riferibili ad alcun posizionamento politico bensì intendono allargare visione e raggio d’azione associativo.
Tra i temi di cui tener conto e da affrontare, ci sono il recente ingresso nell’associazione di una ventina di esercenti bengalesi che stanno seguendo una specifica formazione assieme ad Asugi, l’ampliamento dei servizi di consulenza, il coinvolgimento nelle dinamiche commerciali delle grandi aziende locali - come Fincantieri, Sbe e altre - il potenziamento dei rapporti con le realtà commerciali dei paesi del Mandamento senza tralasciare il ruolo e il peso di Ascom nel contesto di Go!2025 e nel Distretto del Commercio del Punto più a Nord del Mediterraneo.
A poco meno di qualche settimana dalle votazioni – peraltro, non ne è ancora stata ufficializzata la data - a chiedere che il Centrodestra monfalconese non interferisca nella scelta della nuova guida dell’Ascom mandamentale, è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti. «La giunta comunale di Monfalcone non interferisca nel rinnovo dei vertici dell’Associazione del Commercio del monfalconese – afferma Moretti - come interpretare, se non come un’indebita intromissione nelle vicende interne di un’associazione che ha una sua autonomia e organizzazione propria, l’intervento di qualche giorno fa, con tanto di conferenza stampa convocata da Cisint e Fasan, guarda caso, fatto per smentire quanto dichiarato dal presidente Antonelli?».
Il riferimento del capogruppo regionale dem, è rivolto quindi ai rilievi formulati durante la scorsa settimana dagli assessori Cisint e Fasan secondo i quali la presenza degli immigrati non rappresenta un valore economico aggiunto per Monfalcone, bensì «un costo rilevante senza una concreta ricaduta sul sistema commerciale e dei servizi locali». Una linea – quella espressa – in contrasto con le considerazioni portate avanti dal presidente uscente Antonelli che sostiene il coinvolgimento dei negozianti bengalesi.
«L’Ascom è e deve rimanere un’associazione di categoria autonoma, non diventare il megafono della giunta attuale – sottolinea Moretti - non solo, essa è l’associazione “di Monfalcone”, ma rappresenta tutto il territorio mandamentale. Le dispute al loro interno le decidano i soci, nella massima autonomia e libertà. Questo significa anche far crescere una comunità. Interferenze di tipo politico come quelle della Giunta monfalconese non fanno bene in primis all’associazione che, al di là delle idee di ciascun socio, deve essere apolitica e apartitica. Stucchevole è poi la solita chiosa ideologica della giunta monfalconese, impegnata in una disputa con i vertici Ascom sul consumo degli stranieri residenti e sul peso degli stessi sul welfare».
Secondo i due esponenti della maggioranza di centrodestra «gli extracomunitari non costituiscono un’opportunità o un’attrazione nei confronti del nostro sistema commerciale e artigianale e della rete dei servizi, toccati soltanto molto marginalmente dai loro consumi»
E qui arriva un’ulteriore risposta di Moretti a Fasan e Cisint: «Ricordo, se mai se lo dimentichino, che il welfare viene erogato a tutti i cittadini sulla base delle situazioni oggettive e non a discrezione di chi governa in quel momento, per cui se hanno contezza di situazioni di illegalità le denuncino. Se è vero che a Monfalcone nel 2022 sono stati venduti agli stranieri 230 alloggi per un valore di 24 milioni di euro, dati mai smentiti, con un indotto di entrate per Comune e Regione in termini di imposte indirette, è giusto ricordare anche che, senza le nascite da mamme straniere, non solo del Bangladesh, il punto nascita e il reparto materno-infantile di San Polo sarebbe a forte rischio di esistenza.
Questo per dire che su questi temi ci vuole meno ideologia e più pragmatismo perché i problemi non si devono nascondere, ma affrontare». Poi, l’invito finale «Garritani richiami i suoi componenti di Giunta a parlare dei problemi del lavoro, dello sviluppo economico, di una povertà crescente che interessa tutte le fasce di cittadini, non solo di stranieri, senza permettere di alimentare paura e risentimenti del tutto ingiustificati e dannosi per la città e il territorio».
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