Le idee
Guardare alle rinnovabili e agli accumuli, le proposte di Legambiente per Monfalcone
Incontro in mattinata al Kinemax per parlare del futuro della centrale ma anche della salute dei cittadini. Il rione Enel prepara una petizione per Fedriga.
Riconversione della centrale attualmente a carbone, futuro dell’occupazione e energie rinnovabili, con non un occhio ma due su quanto accadrà nei prossimi anni a livello nazionale e internazionale. Questi i focus che Legambiente Monfalcone ha voluto puntualizzare nell’incontro organizzato in mattinata al Kinemax nella Città dei Cantieri.
A introdurre la mattinata il presidente del sodalizio, Michele Tonzar. “Riteniamo che i combustibili fossili siano un arnese del passato che vada abbandonato il prima possibile”, ha sottolineato Tonzar ricordando come “i due blocchi che ancora lavorano a carbone siano del 1975 e del 1971”. “Perché siamo contrari alla riconversione? Lo abbiamo visto con i risultati usciti da Glasgow: l’urgenza con la quale siamo chiamati ad affrontare il tema dell’emergenza climatica è improrogabile. Quello che può essere un risultato positivo dell’abbandono graduale delle risorse fossili può non essere utile a garantire un futuro miglio re e vivibile per chi verrà dopo di noi”.
Nel frattempo, all’esterno della sala, alcuni rappresentanti del Rione Enel raccoglievano le firme per la petizione da presentare al Governatore della Regione, Massimiliano Fedriga. Legambiente Monfalcone, poi, chiederà al presidente Fedriga un incontro per far conoscere e far sviluppare alcuni progetti.
Il saluto del sindaco, Anna Maria Cisint, presente in sala con una delegazione della giunta, è stato anche l’occasione per il primo cittadino per esporre alcune preoccupazioni a lato delle diatribe legali che hanno interessato il Comune e A2A di fronte al Tar regionale in queste settimane. “L’analisi della lettura della parte bilancistica dice quale sia il reale motivo per il quale c’è questo grande interesse e questa fretta per la riconversione. La motivazione è finanziaria e nella lettura distorta del Capacity Market che consente un vantaggio economico che arriva a 900 milioni di euro. L’intervento finanziario a supporto è la volontà di realizzare un impianto che, se ragioniamo sul fabbisogno, comprendiamo che non è così importante e realistico”, ha tuonato Cisint.
“Non è la strada giusta per la nostra città, non solo per la salute ma anche per la finalità che c’è stata e che è per l’obiettivo, che è quella di un investimento finanziario. Ho parlato con il porto e la banchina è ambita ma lo sono anche gli spazi retrostanti. A fronte di un’idea che è quella occupazionale c’è anche quello dello sviluppo di un territorio, il 10% della Crocieristica come Home Port consentirebbe, ad esempio, di avere un’occupazione diretta e indiretta”, ha raccontato ancora Cisint.
Testimone passato a Katiuscia Eroe, Responsabile di Energia Legambiente, secondo cui varie centrali in Italia non funzionano al massimo della possibilità, necessario pensare anche a piani di efficientamento energetico e non solo. Bisogna aiutare i sistemi produttivi a cambiare profondamento il loro modello di produzione, ma sono necessarie scelte coraggiose, veloci e lungimiranti”.
Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto club e della rivista Qualenergia, ha ricordato la necessità di “effettuare un cambio rivoluzionario e radicale. La notizia del 27 ottobre dal The New York Times: negli Stati Uniti, proprio a New York, sono state bloccate due proposte di riconversione di altrettante centrali elettriche che avevano chiesto di essere trasformate in centrali a gas”. La proposta, dunque, di guardare anche al sistema di accumuli: a Monfalcone sono previsti 860 MW. “In California è stata installata una batteria più potente al mondo che produce 400MW/1.600 MWh (Vistra’s Moss Landing California) e la stessa società afferma di poter ampliare il sistema a 1.5GWh. I sistemi di batteria cresceranno fino al 2030”.
“Abbiamo un gran numero di centrali sottoutilizzate perché nel 2002 la legge “sblocca centrali” aveva consentito la costruzione di numerosi impianti che attualmente sono troppi”, ha ricordato Alex Sorokin, ingegnere, consulente energetico internazionale e membro del Comitato Scientifico di Legambiente. “Da qui un grosso problema. Al momento la capacità, ovvero la potenza delle centrali in Italia, è adeguata anche se le amministrazioni dicono il contrario”.
L'ingegner Fabio Morea ha ribadito il piano di Legambiente che mantiene la vocazione energetica dell'area della centrale termoelettrica, soppiantando le fonti fossili con un impianto di accumulo dell'energia, funzionale alla stabilizzazione della rete, impiegandovi anche le batterie dei veicoli elettrici, esauste per le automobili, ma non per la funzione di "storage" dell'energia, che l'assessore all'Ambirente Sabina Cauci ritiene però debba essere valutata con attenzione, soprattutto rispetto agli impatti sulla salute dei lavoratori. L'ex presidente dell'Aspm Paolo Maschio ha sottolineato come il porto abbia risolto il problema della governance e dei conflitti interni che la questione ha generato negli anni, ma anche come abbia l'esigenza di guardare a nuovi traffici. Per Maschio la crocieristica apre delle prospettive di indubbio interesse, se accompagnate da un adeguamento delle infrastrutture portuali e a un impegno sinergico del territorio. L'area e la banchina in concessione ad A2a rappresentano quindi per il porto un'opportunità di espansione e di crescita.
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