la problematica
Rifiuti abbandonati in un capannone a Gorizia, pressing di Ziberna per intervenire
Il Tar aveva bocciato l'ordinanza. Lettera del sindaco a Fedriga e prefetto per agire su aree private.
L'incendio divampato a Mossa riaccende l'attenzione su casa anologhi a quello che era presente nell'ex Bertolini. Ossia rifiuti stoccati illegalmente in siti privati, i cui costi di smaltimento ricadono sugli enti locali. Lo ha evidenziato il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, indirizzando una lettera al governatore Massimiliano Fedriga e al prefetto Raffaele Ricciardi perché, insieme al Comune, sensibilizzino lo Stato affinchè questo delicato problema venga risolto. Una situazione che vede le amministrazioni prive degli "strumenti giuridici ed economici per poterlo fare" ha evidenziato il primo cittadino.
“In città - ha spiegato - c’è una situazione particolare, in un capannone di via Aquileia, dove sono stoccati dei rifiuti contenenti plastica". Questa era "già stata al centro di un intervento da parte del Comune con l’emissione di un’ordinanza del sottoscritto in cui si intimava ai proprietari di smaltire il tutto e bonificare il sito dai materiali collocati da un’impesa poi fallita, cui erano stati affittati gli spazi". Il Tar, però, ha bocciato il documento e "di fatto, per tutta una serie di motivazioni, libera il proprietario da questa incombenza e la ribalta sul Comune". Il fatto risale a questa estate, mentre il materiale è posto lì da oltre 20 anni.
Il Comune "può intervenire perché non c’è una normativa che lo autorizzi a entrare in un’area di proprietà privata né a spendere soldi pubblici, diverse centinaia di migliaia di euro, per smaltire i rifiuti stoccati. Neppure se la proprietà cedesse gratuitamente il sito al Comune. Questo perché potremmo avere la contestazione della Corte dei conti". Da qui, "anche ogni richiesta alla Regione di un possibile aiuto finanziario per risolvere il problema risente di questo vuoto normativo. L’assessore Del Sordi, insieme all’Ufficio ambiente del Comune, ha cercato ogni possibile appiglio per trovare una soluzione a questa criticità".
Il capo della giunta chiede quindi un intervento legislativo statale. "Immagino - conclude - che situazioni del genere ce ne siano in diversi altri comuni d’Italia, per cui si tratta di un problema che non piò assolutamente attendere”. Nel frattempo, l’assessore all'ambiente Del Sordi, che sta seguendo la vicenda fin dall’inizio insieme al sindaco, ha incontrato l’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro durante un sopralluogo al sito incendiato di Mossa: “Scoccimarro, a cui la lettera del sindaco è stata inviata per conoscenza, mi ha assicurato il suo interessamento, perfettamente consapevole del problema".
"Dobbiamo assolutamente cercare di prevenire altre situazioni pericolose - prosegue -. La gente, giustamente, è preoccupata e la vicenda di Mossa, anche se Gorizia è rimasta fuori dal raggio di ricaduta delle ceneri, ha creato un forte allarmismo. Quindi, oggi, siamo a chiedere una soluzione per un problema che ci troviamo a dover gestire sul nostro territorio e che deve essere risolto al più presto”. Durante l'incontro, è stato ribadito che, fina dalle prime fasi, Gorizia non era stata toccata dall'incendio e dai fumi sprigionati, al punto che, nell'incontro tenutosi in prefettura martedì mattina, l'amministrazione goriziana non era presente.
Quindi, hanno concluso amministratori e tecnici, non era necessaria alcuna ordinanza a tutela della salute dei cittadini. All'incontro c'erano anche il dirigente del settore ammbiente del Comune di Gorizia, Licinio Gardin, il direttore del dipartimento dell'Arpa di Gorizia, Luigi Colugnati e la direttrice scenfica dell'Arpa, Anna Lutman. Lo steso Scoccimarro, nel corso del vertice avvenuto l'indomani del rogo in prefettura a Gorizia, ha ricordato comunque che l'area dell'ex Bertolini era stata posta sotto sequestro e non si poteva intervenire se non dopo l'azione della magistratura.
Nella foto: l'ex Bertolini di Mossa dopo il rogo
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