Riemergono i resti di trenta soldati italiani, sepolti in trincea a Vrtojba

Riemergono i resti di trenta soldati italiani, sepolti in trincea a Vrtojba

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Riemergono i resti di trenta soldati italiani, sepolti in trincea a Vrtojba

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 11 Nov 2023
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I resti riemersi durante i lavori di un cantiere edile, quella zona era una trincea della Grande guerra che aveva accolto le salme dei soldati.

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Era la primavera 2022 quando alcuni operai hanno notato qualcosa di insolito nel terreno che stavano scavando, in una zona residenziale di Vrtojba. Quello che era un cantiere per costruire una palazzina si è così trasformato in un vero e proprio scavo archeologico, aprendo una nuova, piccola parentesi sugli anni della Prima guerra mondiale. Ora, i risultati di quell’indagine saranno illustrati in un incontro organizzato dalla Društvo soška fronta 1915-1917 di Šempeter, che fin dall’inizio ha seguito le attività.

Sono così emersi da sottoterra i resti di una trentina di soldati italiani, in quella che durante il conflitto era una trincea delle terze linee. L’appuntamento è per venerdì 17 novembre, alle 18 presso il Mladinski center di Vrtojba in Ulica 9. septembra. A illustrare in sloveno quanto scoperto saranno il presidente del sodalizio, David Erik Pipan, e il direttore dei lavori Uroš Košir. I nomi delle persone sepolte qui, però, sarà quasi impossibile da rintracciare, poiché anche le piastrine identificative sono marcite.

“Non è la prima volta che si fa una scoperta simile - spiega Pipan - ma solitamente si tratta di uno o due soldati. In due settimane abbiamo scoperto che si tratta di resti traslati qui dagli austriaci, recuperando i corpi da altre zone e deposti in quella trincea. Sono resti non completi, ma tra loro c’è almeno un ufficiale come testimoniano le mostrine sulla divisa”. Alcuni di loro erano senza equipaggiamenti, altri invece erano ancora in possesso di armi e oggetti personali. La zona si trova vicino al cimitero civile della località.

La presenza di zone dedicate alle sepolture qui non è una novità, tanto che il nome italianizzato di Vrtojba è Vertoiba dei Campi santi. “Nel 1918 - prosegue Pipan - quando il fronte si era spostato sul Piave, gli austro-ungarici avevano censito la zona dove c’è stato il ritrovamento come cimitero. Ufficialmente, le salme erano state portate via per essere collocate al Sacrario di Oslavia”. Il perché non sia stato fatto, alla fine, forse rimarrà ancora un mistero. In ogni caso, anche gli incendi sul Carso dell’estate scorsa hanno permesso di rinvenire ulteriori resti.

Oltre alle bombe inesplose, infatti, gli artificieri si sono imbattuti in ossa e oggetti personali di chi combatte sul fronte dell’Isonzo in quei drammatici anni. “Gli esami sui resti dureranno un po’, se ne occuperà il ministero della Difesa a Lubiana. Poi l’obiettivo è seppellire questi resti in qualche sacrario italiano”. Pipan si occuperà quindi di introdurre la parte storica, mentre Košir approfondirà l’aspetto operativo dei lavori. Lo stesso Društvo è stato premiato dal Comune di Nova Gorica per la propria attività dedicata alla storia, lo scorso settembre.

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