Nel ricordo della Grande Guerra, l'erede dei Savoia omaggia i caduti a Redipuglia

Il nipote di re Umberto II è stato ospite in regione, toccando il Sacrario di Redipuglia e Casa Ascoli. I riconoscimenti.

Ha voluto visitare i luoghi che hanno segnato la storia d’Italia e dove, da 90 anni, è sepolto un suo celebre parente. Ieri pomeriggio, il principe Sergio di Jugoslavia è arrivato in visita a Fogliano Redipuglia e a Gorizia, nell’ambito del 32esimo pellegrinaggio nazionale al Sacrario dell’associazione internazionale “Regina Elena”, di cui è presidente internazionale. Il 58enne è legato al Duca d’Aosta, sepolto proprio nel cimitero di guerra, in quanto nipote di Umberto II e quindi membro di casa Savoia. Legami che affondano nella storia della nobiltà italiana, ma che non manca di manifestare i propri ricordi.

Proprio per questo, il figlio dell’ultimo sovrano jugoslavo ha voluto dedicare alcuni momenti a ricordo dei caduti di ambo le parti schierate nella Grande Guerra sul Carso, con la deposizione di un omaggio floreale al cimitero austro-ungarico. È quindi seguita anche una corona al sacello del Duca d’Aosta, nonché la santa messa nella chiesa di San Giacomo a Redipuglia. Visti i lavori al monumento militare, l’omaggio è stato lasciato al piazzale delle Pietre d’Italia. Durante la celebrazione eucaristica, alla presenza del vicesindaco Daniele Dreossi, sono stati consegnati due riconoscimenti al comune di Codroipo e alla sezione Alpini di Udine.

“Auspico – ha sottolineato a margine dell’evento il consigliere regionale Antonio Calligaris (Lega), presente in rappresentanza del presidente dell’Aula, Piero Mauro Zanin – una riapertura a breve del Sacrario, almeno per quanto riguarda la parte più ‘bassa’, ovvero la via Eroica, nel mese di giugno. Il che sarebbe perfetto per l’arrivo dei turisti e per le nostre attività locali”. Il principe ha quindi proseguito la visita con gli incontri istituzionali a Gorizia, dov’è stato ospite della Filologica Friulana e della Fidas Isontina a Casa Ascoli, dimora dell’omonimo glottologo. Per l’occasione, quest’ultima ha ricevuto il premio “Beata Regina Maria Cristina”.

Intitolato alla regina di Napoli morta a 23 anni e beatificata nel 2014, il riconoscimento ha suggellato un anno importante per il sodalizio. Come sottolineato da Ilario Bortolan, presidente italiano dell’associazione, “la donazione del sangue risale nella maggioranza degli Stati l’azione di un individuo singolo, che agisce volontariamente e spontaneamente, senza obbligo. La donazione consiste nel privarsi in una determinata quantità del proprio sangue o di suoi componenti, affinché venga utilizzata per scopi medici”. Per questo, un premio analogo è stato consegnato anche alla sezione di Alessandria dell’Avis, nonché due realtà di Parigi e Vienna.

A ricevere il titolo è stato il presidente della Fidas locale, Feliciano Medeot, che si è detto onorato. “Lo ritiro a nome di tutte le persone che hanno donato in quest’ultimo anno - ha commentato - e testimonia il nostro impegno. Come regione, inviamo ogni anno 8mila sacche per gli ospedali del Lazio. Questo premio arriva in un momento straordinario, anche per il nostro progetto per aiutare l’infanzia e i meno fortunati con buoni spesa e aiuti per gli affitti”. Un simbolo che l’unione fa la forza, sia tra Gorizia e Monfalcone, sia in vista della Capitale europea della cultura 2025. Apprezzamento è arrivato anche dal tesoriere della Filologica, Carlo del Torre.

Ha collaborato Ivan Bianchi. Nelle foto: la visita a Fogliano Redipuglia e Gorizia.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.