Riapre la stazione di Mossa, treni nel 2026: Rfi investe 1,5 milioni

Riapre la stazione a Mossa, treni nel 2026: progetto da 1,5 milioni

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Riapre la stazione a Mossa, treni nel 2026: progetto da 1,5 milioni

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 15 Feb 2023
Copertina per Riapre la stazione a Mossa, treni nel 2026: progetto da 1,5 milioni

Stimato un transito di circa 20mila utenti all'anno, il recuperò sarà modello anche per Capriva.

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La stazione di Mossa tornerà ad accogliere le fermate dei treni tra Udine e Gorizia, ma non subito. Questa mattina è stata annunciata la riattivazione dello scalo alle porte della città in riva all’Isonzo, ma si parla del 2026. L’investimento di Rete ferroviaria italiana sarà di circa 1,5 milioni di euro, come comunicato in una nota dal consigliere regionale Diego Bernardis (Lega), dopo anni di trattative per far tornare i convogli qui. Nulla da fare, almeno per ora, per quanto riguarda la stazione di Capriva.

Quest’ultima, infatti, riversa nelle stesse situazioni. Le richieste di valutazioni per la riattivazione del servizio, come evidenziato ancora da Bernardis, che aveva raccolto l’appello dei sindaci Emanuela Russian e Daniele Sergon, hanno permesso di stimare che i passeggeri attesi per la fermata di Mossa potrebbero essere circa 20mila/22mila all’anno”. Una soluzione, in particolare, dedicata al turismo in bici e non solo ai pendolari, potendo da lì raggiungere il resto del Collio e Gorizia stessa in sella alle due ruote.

A Mossa era arrivato anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, per un sopralluogo. Saranno quindi necessari degli interventi sull’area, come “il rifacimento dei rivestimenti - elenca l’esponente del Carroccio - e delle pavimentazioni, compresi i percorsi tattili per non vedenti e ipovedenti laddove non presenti. Sarà riqualificata anche l'accessibilità del sottopasso urbano con la verifica della possibilità di realizzare una nuova rampa pedonale di larghezza e pendenza adeguate al collegamento con la quota del sottopasso”.

In progetto anche “l'inserimento di una nuova scala e l'installazione di un ascensore, la realizzazione di sistema di chiusura notturna per il controllo degli accessi ai marciapiedi e la realizzazione di un nuovo sistema di segnaletica e illuminazione”. Attese poi “nuove pensiline a protezione dalle intemperie per i viaggiatori e nuove recinzioni. Infine avverrà il posizionamento di nuove obliteratrici e l'adeguamento della segnaletica di stazione e del sistema di illuminazione, oltre all'inserimento di nuovi arredi”.

Sul tema aveva presentato un’interrogazione anche il collega d’Aula Diego Moretti (Pd), a cui ieri è giunta la risposta della Direzione centrale Infrastrutture e Territorio. Nella relazione, si ricorda che “si è definito con Rete Ferroviaria Italiana un percorso di intervento su entrambe le fermate oggetto dell'interrogazione, con un primo avvio all'esercizio della fermata di Mossa, in ragione della capacità attuale della linea e dei minori lavori di adeguamento necessari sulla fermata. Un tanto in condivisione con i Comuni interessati”.

“Le previsioni comunicate formalmente da RFI - prosegue la risposta - sono di una riattivazione della stazione di Mossa per li 2026, con lavori attuati parallelamente agli interventi di potenziamento tecnologico sulla tratta Udine-Gorizia-Ronchi Nord, già finanziati per 46 milioni di euro, che permetteranno via via di disporre di capacita aggiuntiva e flessibilità gestionale adeguate alle necessità, in modo da consentire al termine dei lavori infrastrutturali e di potenziamento tecnologico sulla linea, l’immediata riapertura”.

I lavori su Mossa, peraltro, “consentiranno anche il collegamento con percorsi ciclabili pianificati su scala regionale previsti dal Sistema Della Ciclabilità Diffusa (SICID) e dal Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PREMOCI)”. Per il dem, “Gorizia Capitale europea 2025 è alle porte e non si può pensare di intervenire sulla stazione di Mossa appena nel 2026”. Punta poi il dito verso il primo cittadino caprivese “che, fino a qualche mese fa, passava da un incontro all'altro sul tema, dandolo già per assodato. Il suo silenzio francamente lascia molto perplessi”.

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