Dove il Proteo riaffiora dal sottosuolo, gli studi dell'Università Statale di Milano

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Le analisi

Dove il Proteo riaffiora dal sottosuolo, gli studi dell'Università Statale di Milano

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 13 Feb 2021
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Un gruppo di studiosi sta analizzando i soggetti che emergono dal sottosuolo dai laghi di Doberdò e Pietrarossa fino a Sagrado e Trebiciano.

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Tra i numerosi luoghi, ben ventisei nelle sole province di Gorizia e Trieste in Italia, dove si trova il Proteo, la Riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa ha dimostrato nell’ultimo periodo una caratteristica peculiare. In questa zona vari esemplari hanno deciso spontaneamente di “fuoriuscire” da grotte e cunicoli per raggiungere la superficie dove si possono trovare maggiori nutrienti.

A condurre un’interessante campagna di studi sono il professor Francesco Ficetola, il ricercatore Raoul Manenti e la ricercatrice Benedetta Barzaghi del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano.

“Vi sono delle bolle dalle quali il proteo è in grado di fuoriuscire – precisano Manenti e Barzaghi – e si tratta di un caso particolare. Il proteo è un animale che vive in grotta e stiamo studiando i soggetti che decidono di risalire alla ricerca di melanina”.

Con specifiche autorizzazioni, gli studiosi hanno catturato, e poi rilasciato, vari soggetti recuperando anche campioni di tessuto. Tra le attività gli studiosi stanno anche valutando la morfometria geometrica, mappando la morfologia del capo dei protei, soprattutto le macchie oculari. “Stiamo cercando di comprendere le differenze tra i protei che decidono di riaffiorare e quelli che decidono di non farlo”, proseguono.

Il proteo solitamente vive a livello della falda acquifera, “in alcuni punti è facile da raggiungere, in altri no, come a Trebiciano dove bisogna scendere ben 329 metri fra le rocce per incontrarlo”. Le ricerche, iniziate nel 2019, hanno avuto uno stop durante il 2020 vista la situazione della pandemia, ma sono ricominciate, in tutta sicurezza, in questi giorni con raccolte di esemplari e studi su ben 21 sorgenti e sei grotte.

Nelle immagini, fornite dagli stessi studiosi, alcuni momenti del recupero degli esemplari studiati prima di essere rilasciati.   

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