Gorizia, la rete idrica perde acqua: 12 milioni a Irisacqua contro lo spreco

La rete idrica perde acqua, 12 milioni a Irisacqua per ridurre lo spreco

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La rete idrica perde acqua, 12 milioni a Irisacqua per ridurre lo spreco

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 08 Mar 2023
Copertina per La rete idrica perde acqua, 12 milioni a Irisacqua per ridurre lo spreco

Gorizia è in testa a causa delle tubature vecchie, soprattutto nel centro. Scansioni da aereo per migliorare il servizio. Focus sull'impianto di Gradisca e un nuovo depuratore a Staranzano.

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Grazie a uno strategico gioco di squadra, Irisacqua – in collaborazione con tutti gli altri sei gestori del servizio idrico integrato del Friuli Venezia Giulia – è riuscita a intercettare un finanziamento di 12,5 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il corposo piano (Masterplan Acquedotti Fvg), presentato dalla rete d’impresa “Smart Water Management FVG”, si è classificato quarto a livello nazionale, ricevendo un contributo complessivo di 37,4 milioni di euro. Obiettivi finali del fondo sono la rivoluzione verde e la transizione ecologica, con due miliardi di euro destinati proprio a infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico.

Di questi, ha spiegato alla conferenza stampa di oggi l’amministratore unico dell’azienda isontina Gianbattista Graziani, “Irisacqua investirà direttamente quattro milioni per la ricerca e riduzione delle perdite idriche, attraverso la digitalizzazione, modellazione, gestione della pressione e asset management”. Attualmente la percentuale di dispersione idrica nel Goriziano è intorno al 36%, ed è prevalentemente concentrata nel capoluogo per via dell’età media avanzata delle tubature nell’area più storica dell’abitato.

Grazie alle nuove tecnologie – fondamentali per una smart city – sarà possibile monitorare in maniera più efficace la rete, che verrà distrettualizzata sia virtualmente che fisicamente. Saranno adottate anche attività quali la scansione radar da aereo o satellite (S.A.R.), che consentiranno di rilevare la presenza di acqua potabile nel terreno. Inoltre, i sensori che verranno installati lungo la rete consentiranno, attraverso rilevazioni ad ultrasuoni e connettività wireless, di leggere a distanza i valori del consumo delle utenze, senza più dover essere vincolati alla presenza dell’utente nella propria abitazione.

“Irisacqua – ha poi aggiunto il direttore generale Paolo Lanari – gestirà anche 2,4 milioni di euro sempre dal Pnrr, oltre ai 7,5 milioni di fondi propri, per l’adeguamento e il potenziamento dell’impianto di depurazione di Gradisca d’Isonzo”. La decisione di investire su quell’impianto è stata presa anche in considerazione della vertenza legale sorta con la ditta che avrebbe dovuto realizzare il nuovo depuratore di Staranzano, affinché sia garantita la piena efficienza del sistema di depurazione negli anni a venire.

Ma non finisce qui. Irisacqua ha ottenuto un finanziamento di 6 milioni di euro sempre dal Pnrr per la realizzazione della nuova condotta adduttrice principale del Serbatoio della Rocca, infrastruttura cruciale per il sistema acquedottistico del comune di Monfalcone e interconnessa con la dorsale che alimenta l'acquedotto di Trieste. La nuova condotta andrà a sostituire quella esistente, entrata in servizio nel 1965 e ormai obsoleta e di difficile manutenzione, essendo collocata a grande profondità e all’interno del contesto cittadino. L’intervento permetterà anche di abbattere le perdite attualmente presenti dalla condotta di adduzione principale oltre a consentire un efficientamento energetico e idraulico dell’intero sistema di distribuzione.

“I progetti sono già in fase esecutiva – ha infine spiegato Graziani – e andranno in gara nei prossimi mesi. Si prevede l’avvio dei lavori entro la fine di quest’anno, mentre dovranno concludersi entro e non oltre il 2026”. “La sfida principale – la chiosa del manager di Irisacqua – sarà quella di riuscire impiegare al meglio risorse straordinarie con mezzi ordinari, non essendo state introdotte semplificazioni burocratiche da parte del legislatore”. 

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