La fede del giovane Kevin, il battesimo nella notte di Pasqua in Cattedrale a Gorizia

La fede del giovane Kevin, il battesimo nella notte di Pasqua in Cattedrale a Gorizia

il sacramento

La fede del giovane Kevin, il battesimo nella notte di Pasqua in Cattedrale a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 31 Mar 2024
Copertina per La fede del giovane Kevin, il battesimo nella notte di Pasqua in Cattedrale a Gorizia

Ieri sera e questa mattina le celebrazioni tra la Cattedale e Sant'Ignazio, le parole dell'arcivescovo sul signficato della fede e della Resurrezione.

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Rinnovata la tradizione cattolica della Pasqua a Gorizia, dove la comunità si è riunita in Cattedrale ieri sera per la Veglia pasquale e questa mattina nella chiesa di Sant'Ignazio per l'eucarestia celebrata dall'arcivescovo. Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli ha celebrato entrambe, dedicato l'omelia di ieri sera al significato della morte e risurrezione di Cristo, rilevando che «Gesù è davvero morto, come è davvero risorto. La sua resurrezione non è semplicemente un’esperienza interiore dei discepoli, una convinzione che è maturata progressivamente in loro partendo dal fatto che non poteva tutto finire sul Calvario».

Sempre ieri è stato battezzato per l'occasione anche il giovane Kevin, 24 anni di origini albanesi ma cresciuto a Gorizia. Fin da ragazzo ha frequentato l'oratorio del San Luigi e i centri estivi cittadini, avvicinandosi alla comunità cattolica locale. Negli ultimi due anni, ecco iniziare il percorso di ingresso nella fede per ricevere il battesimo, arrivando da una famiglia che non è praticante. Il sacramento gli è stato dato dallo stesso presule.

«No, Gesù è davvero risorto e lo hanno incontrato, visto, toccato» ha proseguito Redaelli. Al contrario dei discepoli, però, i fedeli di oggi non vedono fisicamente il figlio di Dio risorto, per cui «ci dobbiamo fidare della loro testimonianza, che è giunta a noi attraverso l’annuncio della fede e il suo essere vissuta da una generazione all’altra fino a oggi». Fiducia che viene trasmessa a partire dal battesimo, che coinvolge non solo i bambini appena nati ma anche persone più adulte, come testimoniato dai neocatecumeni presenti ieri sera alla cerimonia: «Così è stato per Kevin, che tra poco verrà battezzato, confermato nello Spirito e nutrito del Corpo e del Sangue di Cristo».

Questa mattina, invece, il presule ha concentrato le sue parole sull'apparizione di Gesù a sua madre Maria: «I Vangeli e gli altri libri del Nuovo Testamento non lo dicono. C’è solo un vangelo apocrifo, quello di Gamaliele, che lo racconta. Ma sappiamo che i vangeli apocrifi, pur contenendo a volte alcuni elementi di verità ripresi dalla tradizione orale (per esempio, circa la nascita e l’infanzia di Gesù), non sono stati ritenuti veri vangeli dalla Chiesa (il vangelo di Gamaliele racconta anche di una presunta apparizione a Pilato che con la moglie si sarebbe convertito…)». Convinto di questo fatto, però, sono stati diversi autori come Papa Giovanni Paolo II.

Citando i diversi motivi per cui potrebbe esserci stato questo fenomeno, l'arcivescovo ha rimarcato che «Maria non aveva bisogno di vedere per credere nella risurrezione. In questo è vicina a noi. Noi non vediamo Gesù risorto, eppure crediamo. Settimana prossima ascolteremo dal Vangelo di Giovanni il racconto dell’incredulità di Tommaso: quando il discepolo riconoscerà di presenza il Risorto, Gesù elogerà chi crede senza vedere: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!"». Una disquisizione che andrebbe oltra la semplice teoria teologica e che diventa simbolo della fede per tutti, nelle parole di monsignor Redaelli.

«Non escludo in assoluto che il Risorto sia apparso a Maria, ma mi piace pensare che a Lei sia bastata la fede, come deve bastare a noi. Una fede che sicuramente c’era già nel suo cuore, ma che è stata rafforzata dalla testimonianza di coloro che hanno incontrato il Risorto, come anche la nostra si basa sulla stessa testimonianza che è giunta a noi passando da una generazione all’altra e conservata nella Scrittura. Maria è nostra Madre, è stato il dono che Gesù ci ha fatto nel discepolo che tutti ci rappresentava lì sul Calvario. Ma è bello sapere che Maria è anche nostra sorella, sorella nella fede. Una fede che diventa gioia» ancora il presule.

Foto Sergio Marini

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