LE PROTESTE
Fermo no all'accaieria in laguna, comitati bussano al sindaco di Grado
Non si placano le richieste dei movimenti ambientalisti locali: «Politici ignorano volontà dei cittadini, ora i sindaci escano allo scoperto».
Il coordinamento dei comitati “Salviamo La Laguna-No Acciaieria” non ferma la sua attività nemmeno nel mese di agosto, periodo tradizionalmente dedicato alle ferie estive. Dopo aver presentato in Regione, a metà luglio, la petizione per chiedere di non permettere la costruzione di un impianto siderurgico a San Giorgio di Nogaro, i vari comitati riuniti richiamano l'articolo 41 della Costituzione che prevede non sia permesso l'avvio di iniziative economiche private che contrastano e recano danno all'utilità sociale, alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.
“Gli ultimi pesanti eventi climatici che hanno colpito le nostre zone come altre aree d’Italia – scrivono in una nota i comitati riuniti - paiono non scalfire la sicumera di chi nega che ciò dipenda da scellerate scelte umane e dalla sorda vuotezza di partiti di maggioranza e di opposizione, seppur con rare eccezioni, e che ogni giorno preparano altre distruzioni del territorio”.
Gli attivisti parlano quindi di un'assenza evidente della politica regionale: “Due multinazionali, una italiana e una ucraina, rischiano di distruggere attraverso i dragaggi la laguna di Marano, quella di Grado e l’intero equilibrio idrico e biologico della Bassa con il cuneo salino, nel tentativo di insediare una mega acciaieria in prossimità di una zona protetta da ben due Direttive Ue e dagli articoli 9 e 41 della Costituzione”.
Il Coordinamento No Acciaieria punta perciò il dito su maggioranza, autonomisti e Pd della Regione, "rei" di essersi accordati tra loro e che “hanno potuto ignorare la volontà dei cittadini della Bassa e di quei 25mila cittadini che, in soli tre mesi, hanno voluto notificare il loro diniego decisi a far valere le loro ragioni e il futuro dei loro figli”.
Nel testo arrivato alle redazioni locali non si risparmia nemmeno l'azienda Danieli che secondo gli ambientalisti “è abituata a farla da padrona e a piegare la schiena a chi osa mettersi contro”. Si attendono ora le posizioni effettive dei sindaci di San Giorgio di Nogaro, Lignano, Marano Lagunare e Grado che, sempre secondo il coordinamento “è bene escano allo scoperto per far conoscere le loro intenzioni”.
E ancora, ironicamente i componenti del movimento affermano: “Vogliamo ricordare ai sindaci che il progetto è talmente green che, oltre ai ben noti problemi di inquinamento di suolo, acque e aria che anche le acciaierie di nuova generazione provocano, pare che la materia prima arriverà dall’Ucraina per venire lavorata a San Giorgio e forse il prodotto finito tornerà in Ucraina. Un grande esempio di razionalità industriale, non c’è che dire. Ma vogliamo anche rammentare ai primi cittadini che hanno votato dei documenti con posizioni contrarie all’insediamento di questa mostruosità”.
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