La vita e la sua fragilità, la regista Ester Ivakič all'Amidei a Gorizia

La vita e la sua fragilità, la regista Ester Ivakič all'Amidei a Gorizia

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La vita e la sua fragilità, la regista Ester Ivakič all'Amidei a Gorizia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 11 Lug 2024
Copertina per La vita e la sua fragilità, la regista Ester Ivakič all'Amidei a Gorizia

La regista slovena sarà ospite oggi alla 43ma edizione del Premio Sergio Amidei, presentando due suoi cortometraggi al Kinemax.

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Determinata a realizzare i propri sogni, la trentaduenne Ester Ivakič ha già raggiunto il traguardo del suo primo lungometraggio, che vedrà la luce questo stesso anno. Ospite alla 43ma edizione del Premio Sergio Amidei a Gorizia nella sezione Agorà - insieme al regista Paolo Strippoli - Ivakič parteciperà nel pomeriggio di oggi (giovedì 11 luglio) con i corti “Srdohrd” (2016, 23’) e “Assunta” (2018, 18’), proiettati alle 14 al Kinemax.

Regista, sceneggiatrice e montatrice nota per aver realizzato cortometraggi, videoclip musicali e lavori di animazione, dopo la laurea in Digital Media and Practices conseguita nel 2016 presso la Scuola di arti figurative di Nova Gorica ottiene il master in Film Direction presso l’Accademy of Theatre, Radio, Film and Television di Lubiana, per il quale scriverà e dirigerà “Assunta”, una struggente pellicola abitata dal vento, ambientata lontano dalla vita quotidiana. Un luogo nel quale Marija (Eva Strazar) e Drevo (Lara Vouk) cercheranno di alleviare le sofferenze dell’amica Kirny (Mila Persin), malata terminale.

«Il mondo sta per finire, le persone se ne andranno, le amicizie sono fragili e talvolta piene di dolore», spiega Ivakič in merito alle tematiche approfondite nei due corti. A rendere meno insopportabile il trapasso sarà il ricordo di Rexi, che Marija cerca di far rivivere nella memoria dell’amica ormai pronta ad affrontare l’aldilà. Un’interrogazione intorno al senso del vivere e sulla fragilità della condizione umana, che la regista affronta con tatto e delicatezza rimestando nella coscienza, sorta di ruscello sotterraneo alla superficie dei sentimenti.

«Per me non è difficile pensare a qualcosa – prosegue Ivakič – avere un’idea o immaginare un’atmosfera e quell’emozione che intendo presentare. Adoro girare un film, ritengo sia un mezzo d’espressione in grado di semplificarmi l’esistenza». La difficoltà non sta nell’attingere alle profondità dell’immaginazione, quanto piuttosto nel realizzare i propri lavori con le scarse risorse economiche a disposizione, come già evidenziato da altri registi sloveni intervenuti alla kermesse del Kinoatelje.

«È più difficile reperire i finanziamenti, facendo i conti con i limiti di un badget ridotto», ammette con rammarico a margine del festival. A precedere “Assunta” sarà “Srdohrd”, dove le protagoniste Jelena (Teja Miholic) e Jastog (Anja Novak) fuggono dalla guerra per trovare rifugio sulle montagne. Ancora una volta l’ambientazione è un non-luogo, un paesaggio incontaminato distante dagli orrori dell’umanità che va smarrendo il senso dell’esistere. Jelena e Jastog vengono riprese di spalle di fronte al manto immacolato della neve a ricoprire i prati. Giocheranno a badminton confidandosi segreti, per poi ritrovarsi in presenza di altri personaggi torbidi, sopravvissuti al livore di «una vita semplicemente malata».

Il passo successivo sarà il lungometraggio tratto dal romanzo di Suzana Tratnik, la cui sceneggiatura è stata scritta con il prezioso supporto di Nika Jurman, «divertente, talentuosa e intelligente – rimarca – Non potrei mai farcela, senza il suo aiuto. Mi ritengo fortunata, ad aver lavorato con lei». Fra le altre sue opere, è da menzionare il film sperimentale “Magical castle is here now”, un’immersione virtuale nel mondo dei videogiochi. «Si tratta di tutt’altra esperienza, un film più concettuale, perché avevo in mente l’idea di un viaggio in un videogioco realizzato attraverso luoghi immaginari, e ho perseguito quest’intenzione».

«Ho apprezzato il processo di realizzazione, un tema che per me è ancora in via di definizione, da esplorare quando avrò tempo». Nessun altro progetto in vista, soltanto il desiderio di portare a compimento il primo lungometraggio. «Per adesso non vedo l’ora di mostrare a tutti il mio lungometraggio d’esordio, “Ida that sang do badly”».

Foto Istituto Midpointcold-smooth-tasty

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