La Regione spinge sui privati nella Capitale 2025, «coinvolgerli a Gorizia»

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La Regione spinge sui privati nella Capitale 2025, «coinvolgerli a Gorizia»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 06 Dic 2022
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L'assessore Gibelli guarda al modello Marsiglia e non Matera, Zilli: mano teso ai giovani.

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Gorizia deve seguire il modello Marsiglia e non Matera per la sfida della Capitale europea della cultura 2025. N’è convinta l’assessore regionale alla cultura, Tiziana Gibelli, che ha posto la città francese e la sua rete di collaborazioni nel 2013 come più simile al concetto da perseguire, con i dovuti distinguo in termini di numeri. Soprattutto quelli dei turisti attesi: mentre la Provenza riuscì a ospitare 11 milioni di persone in un solo anno, in Friuli Venezia Giulia si punta a toccarne circa 3 milioni.

“Il nostro benchmark non è Matera - ha rimarcato l’esponente della giunta regionale, facendo riferimento ai modelli presi in considerazione da Uniontrasporti nel proprio masterplan -. Loro sono stati bravi a non costruire cattedrali nel deserto, spostando il focus dei grandi eventi su Bari. Noi però abbiamo abitudini culturali diverse, come un pubblico abituato ad andare a teatro, e strutture già forti. Nel 2022 abbiamo organizzato 300 eventi”, primo banco di prova su Gorizia e dintorni in vista dell’appuntamento internazionale.

Per realizzare questo primo programma, sono stati coinvolti diversi soggetti culturali e l’obiettivo prossimo è di ampliare la rete. Questo, comunque, non sarà il calendario ufficiale della kermesse ma un corollario, in quanto quello ufficiale nato dal Bidbook sarà compito del Gect: “Dovrà avere un direttore artistico - ha precisato Gibelli -, noi siamo in grado di dare una mano”. Ha quindi puntato il dito verso “iniziative sovrapponibili”, riferimento implicito al caso scoppiato con la visita dell’ex sindaco del capoluogo lucano a Monfalcone.

Al netto della polemica - con il sindaco Rodolfo Ziberna che ha scherzato con l’assessore alla cultura monfalconese, Luca Fasan, prima della presentazione in Palazzo de Bassa - c’è l’esigenza di spingere soprattutto i privati nell’organizzazione. Su questo si è concentrato l’assessore regionale al Turismo, Sergio Emidio Bini, che ha rimarcato come “non servono norme ad hoc ma c’è già tutto. Bisogna risvegliare il sentimento di partecipazione del privato. Il pubblico non va da nessuna parte senza di lui, facendogli capire che sarà un volano enorme”.

L’idea è di poter mettere a disposizione aree dismesse per una loro riconversione, con la speranza che ora arrivino input dal mondo imprenditoriale. Bini ha anche evidenziato i problemi che non saranno colmati in toto entro tre anni, a partire dalla ricettività, mentre “è inammissibile che non ci sia un hotel a 5 stelle a Gorizia”. Ha quindi anticipato che “i dati sulle presenze del 2022 mostrano che l’effetto volano si è già fatto vedere”. Il lavoro, però, è ancora tanto. Infine, la collega alle Finanze, Barbara Zilli, ha ricordato gli investimenti già adottati.

“La Regione - così l’assessore - anche grazie al Pnrr ha messo in campo una sessantina di milioni di euro per Gorizia e l’hinterland, dedicati a opere essenziali del Bidbook, viabilità, ciclabili e ricettività”. Oltre agli interventi, Zilli ha anche espresso il desiderio di coinvolgere i giovani - in particolare gli studenti dei poli universitari goriziani - nelle scelte da compiere. “Se noi ce l’abbiamo fatta dopo la nostra storia - ha chiosato il primo cittadino - anche altre zone d’Europa potranno seguire la strada che abbiamo tracciato”.

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