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Slitta il recupero di Villa Louise a Gorizia, Fasiolo attacca: «Idee vaghe»
La dem ribatte alle parole del sindaco Ziberna, con la dimora che difficilmente sarà ultimata nel 2025: «Imprevisti non giustificano i tempi biblici della realizzazione».
La consigliera regionale e comunale Laura Fasiolo attacca le recenti dichiarazioni del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, riguardo lo stato dei lavori di Villa Louise. Per la dem, «è stupefacente la dichiarazione» del primo cittadino, «secondo il quale non costituirebbe alcun problema la mancata realizzazione entro il 2025 del restauro di una delle costruzioni più significative del patrimonio architettonico cittadino, che avrà i cantieri aperti in quella data. La destinazione dei 5 milioni stanziati dalla Regione, con l'allora assessore Torrenti, per il restauro dell’intero edificio risale al 2015-2017».
Periodo, rimarca l'esponente del Pd, «di molto antecedente alla proclamazione di Go! 2025, ma questa non è una giustificazione per tempistica. Se una serie di imprevisti sono sopravvenuti, ciò non giustifica i tempi biblici della realizzazione, non giustifica l'inerzia e l’esasperante lentezza nella gestione dei lavori, tema sul quale l'opposizione è ripetutamente intervenuta negli anni. Il fatto di invocare a giustificazione del rinvio al 2026 dell’opera finita, con destinazione d'uso ancora da decidere, la antecedenza dei contributi rispetto alla proclamazione di Go!2025, semmai aggrava la responsabilità sui tempi di un cronoprogramma mai reso noto».
«E si renderà necessaria un'altra serie di contributi regionali per chiudere il cerchio - accusa - Non concordo con Ziberna sul fatto che il cantiere in pieno 2025 non costituisca un problema. Lo costituisce eccome. Per quanto riguarda poi la originaria destinazione d'uso della villa che con Torrenti era vincolata a sede di incubatori di imprese culturali e creative rivolte ai giovani e promotrici di innovazione, e pure a residenze d'artista per 5 anni dall'ultimazione dei lavori, il nuovo orientamento del sindaco è la vaghezza della proposta che si richiama alla formula dell’internazionalità, priva di contorni definiti».
«Il tutto a conferma di una mancanza di visione, con contenitori senza contenuti dalle prospettive incerte e fumose. E siamo al 2024» conclude Fasiolo.
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