Realtà aumentate / Obogatene resničnosti: nuovi linguaggi per la storia delle Gorizie in vista 2025

Realtà aumentate / Obogatene resničnosti: nuovi linguaggi per la storia delle Gorizie in vista 2025

Il progetto

Realtà aumentate / Obogatene resničnosti: nuovi linguaggi per la storia delle Gorizie in vista 2025

Di Redazione • Pubblicato il 21 Nov 2024
Copertina per Realtà aumentate / Obogatene resničnosti: nuovi linguaggi per la storia delle Gorizie in vista 2025

Le performance site specific saranno capaci di coniugare i linguaggi teatrali con le potenzialità di tecnologie di facile fruizione. Al via le residenze artistiche.

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Sei artisti o collettivi, sei luoghi e sei periodi storici: questi gli ingredienti del progetto transfrontaliero “Realtà aumentate / Obogatene resničnosti”, frutto della collaborazione tra l’associazione Quarantasettezeroquattro e il Museo di Gorizia, due istituzioni impegnate, rispettivamente in Italia e Slovenia, nella diffusione della conoscenza storica del territorio goriziano attraverso approcci innovativi. Finanziato dall'Unione Europea tramite il Fondo per piccoli progetti SPF GO! 2025 e gestito dall'EGTC GO, il progetto è stato presentato ieri al GO! Center.

«È un progetto semplice che affronta una storia complessa. Per narrarla in modo efficace, abbiamo unito le nostre forze con il Museo di Gorizia. Il progetto si basa su due pilastri: il sapere storico e performance artistiche di qualità», ha spiegato Alessandro Cattunar, presidente di Quarantasettezeroquattro. L’iniziativa mira a proporre nuove forme di turismo esperienziale, creando un dialogo tra le due città che, fra pochi mesi, saranno un’unica Capitale della Cultura, offrendo ai visitatori una narrazione intrecciata di luoghi della memoria, esperienze private e collettive.

Negli scorsi mesi, Quarantasettezeroquattro e il Museo di Gorizia hanno selezionato sei artisti e gruppi che utilizzeranno linguaggi innovativi per coinvolgere un pubblico ampio e diversificato. Le performance combineranno drammaturgia, teatro e danza con le potenzialità della tecnologia, come smartphone, cuffie e tablet. Le produzioni saranno strettamente legate a sei luoghi all’aperto, ciascuno rappresentativo di un periodo storico specifico: Villa Coronini, il parco di Villa Rafut, il ponte di Solkan, la zona industriale tra Podgora e Stražce, il valico della Casa Rossa e i casinò di Nova Gorica. La prima è prevista per aprile, con repliche fino a ottobre 2025, per un totale di circa 36 rappresentazioni. Gli artisti e i collettivi saranno coinvolti in processi creativi che includeranno residenze artistiche in stretto contatto con i luoghi, le comunità locali e gli esperti.

Tra le performance, Silvia Viviani, artista italiana che vive a Lubiana, svilupperà il progetto Rusa hiša (Casa Rossa) / closer from further / più vicino da lontano / bližje od daleč, dedicato al valico della Casa Rossa e ai cambiamenti avvenuti tra il 1947 e il 2004. Interno notte/Notranjost noči di Renato Rinaldi sarà una performance audio-visiva che racconterà storia e memorie della Gorizia industriale e operaia tra metà Ottocento e inizio Novecento, con un focus su Stražce e Podgora. L'artista slovena Neja Tomšič proporrà una performance partecipativa nel parco di Rafut, progettato dall’architetto Laščak, intrecciando storia e tematiche ambientali.

Il documentarista Andrea Colbacchini, insieme a Ruben Vuaran, si concentrerà sul ponte di Solkan e sul fiume Isonzo, elemento di connessione tra le due Gorizie e la loro storia. Il duo Ucci Ucci (Salvatore Crucitti e Gloria Zeppilli) realizzerà Diario della peste, ispirato al Diario della peste di Giovanni Maria Marusig, che esplorerà il XVIII secolo attraverso otto micro-storie sonore, trasformando il pubblico in un “orchestra” di performer. Riccardo Tabilio e Stefano Beghi daranno vita a Nova Gorica Cold Case, un gioco urbano ambientato negli anni ’90, in cui i partecipanti dovranno risolvere un caso irrisolto di omicidio guidati da Diana, un bot su Telegram. «Attraverso la storia di finzione, i partecipanti conosceranno la città e il suo passato», ha spiegato Tabilio, che con Beghi ha già creato un’esperienza simile a Gorizia con Gorizia Cold Case, presentata durante il festival In/Visible Cities di quest’anno.

Alla presentazione di stamattina sono intervenuti anche Kristina Furlan e David Kožuh del Museo di Gorizia. «Il Museo di Gorizia contribuisce al progetto soprattutto dal punto di vista organizzativo e con il sapere storico del proprio staff», ha sottolineato Kožuh. Maja Radovanović, collaboratrice per il SPF GO! 2025, ha aggiunto che l’obiettivo del Fondo per piccoli progetti è preparare l’area transfrontaliera a GO! 2025 e creare legami che rafforzino la cooperazione anche in futuro.

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