La rappresaglia nazifascista che bruciò il Carso, il ricordo degli orrori di 80 anni fa

La rappresaglia nazifascista che bruciò il Carso, il ricordo degli orrori di 80 anni fa

duino aurisina

La rappresaglia nazifascista che bruciò il Carso, il ricordo degli orrori di 80 anni fa

Di Nicholas Taucer • Pubblicato il 09 Lug 2024
Copertina per La rappresaglia nazifascista che bruciò il Carso, il ricordo degli orrori di 80 anni fa

A ottant'anni da quei tragici fatti, la comunità ricorderà chi venne prelevato: circa 670 uomini dai 16 ai 60 anni vennero deportati in Germania.

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La mattina del 16 agosto 1944, la furia distruttiva nazifascista si abbatté sulle frazioni di Ceroglie, Malchina, Medeazza e Visogliano. Quei piccoli centri abitati furono teatro di incendi devastanti, appiccati per rappresaglia dopo che i partigiani fecero saltare in aria il viadotto ferroviario nei pressi di Monfalcone, di vitale importanza per il rifornimento delle truppe tedesche. La popolazione locale ebbe solo 20 minuti per caricare i propri averi sui carri e abbandonare le proprie case. A 80 anni da quei tragici fatti, la comunità ora ricorderà quei sopprusi subiti con delle cerimonie di commemorazione.

A Ceroglie, Medeazza e Visogliano, quasi tutte le abitazioni furono bruciate. Malchina subì una sorte simile, con l'eccezione della chiesa e della scuola. In totale, circa 110 case furono incendiate dai tedeschi del comando di Sistiana, affiancati dai soldati della Repubblica Sociale Italiana e dai collaborazionisti sloveni. Questo evento non fu un caso isolato, ma parte di una serie di atrocità commesse dalla furia nazifascista durante il periodo più buio del conflitto. Nel febbraio dello stesso anno, circa 670 uomini dai 16 ai 60 anni, provenienti dagli attuali comuni di Duino-Aurisina, Sgonico, Trieste e Doberdò, furono deportati in Germania.

Ad ottant'anni esatti dagli incendi che devastarono Ceroglie, Malchina, Medeazza e Visogliano, si terrà una serie di eventi commemorativi, volti a ricordare il tragico giorno. Il sindaco del Comune di Duino-Aurisina, Igor Gabrovec, ricorda così quel tragico evento: «Ci sono avvenimenti che incidono profondamente sulla coscienza delle persone e delle comunità. Avvenimenti che lasciano dietro di sé una traccia così profonda ed estesa che non svanisce nemmeno con l’avvicendarsi delle generazioni».

«L’incendio dei villaggi di Medeazza, Ceroglie, Visogliano e Malchina è uno di questi - rimarca -. Delle tragedie passate resti il ricordo ed il monito che la via alla felicità, allo sviluppo e alla vita si costruisce unicamente investendo nell’affermazione di valori quali l’armonia e la pace». Il primo evento si svolgerà giovedì 11 luglio nel centro sportivo “Na Hribcu” di Medeazza, alle 21, con la presentazione della rivisitazione del libro “Uporni plameni” (Fiamme ribelli). Il giorno seguente, a Ceroglie, sempre alle 21, si terrà la rappresentazione dell’opera teatrale “Uporni plameni, spet!”. Sabato 13, a Visogliano, verranno proiettate le testimonianze dei sopravvissuti all’incendio.

Nel pomeriggio di domenica, alle 16.30, si terrà una passeggiata attraverso i paesi colpiti dall’incendio, con partenza dalla piazza di Malchina. La sera, alle 21, si terrà una celebrazione in occasione degli ottant’anni dalla rappresaglia, sempre a Malchina. Gli eventi sono organizzati dalle associazioni di Ceroglie-Malchina, Grmada e Timava, in collaborazione con le Comunelle di Ceroglie, Malchina, Medeazza e Visogliano.

Foto ŠKD - ASC Cerovlje Mavhinjecold-smooth-tasty

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