Rami sotto il ponte ferroviario di Rubbia, scontro sulla pulizia del Vipacco

Rami sotto il ponte ferroviario di Rubbia, scontro sulla pulizia del Vipacco

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Rami sotto il ponte ferroviario di Rubbia, scontro sulla pulizia del Vipacco

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 11 Lug 2024
Copertina per Rami sotto il ponte ferroviario di Rubbia, scontro sulla pulizia del Vipacco

Il capogruppo di minoranza punta il dito verso lo stato sotto la struttura, la replica del sindaco Pisk: «Non possiamo intervenire, ho già segnalato».

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Il caldo torrido di questi giorni ha spazzato via piogge e temporali della prima settimana di luglio, i cui segni sono ancora visibili sul fiume Vipacco. A lamentare lo stato in cui si presentano alcuni tratti dell’alveo fluviale è la Slovenska skupnost unitamente alla lista Tommasi, che durante l’ultimo consiglio comunale di Savogna d’Isonzo hanno manifestato le proprie perplessità ravvisando «lo stato di totale degrado in cui versa il ponte di Rubbia». L’attenzione del capogruppo di minoranza Kristian Tommasi si è focalizzata sul tratto di proprietà delle Ferrovie dello Stato.

Qui, ramaglie e residui trasportati dalle piene rimangono incagliati rischiando di ostacolare il naturale flusso delle acque. «A ogni acquazzone, tronchi, alberi e rami vengono trasportati a valle – racconta Tommasi – ma tanti di questi si fermano per bloccarsi sul pilastro di sostegno centrale al ponte. Un ponte che rappresenta il fulcro d’azione di società diverse sul nostro territorio, non da ultimo emblema del Comune stesso. Un simbolo che oggi versa in uno stato davvero disperato – si rammarica alludendo all’accumulo creatosi nel tempo – Sono passati circa due anni da quando i primi alberelli si sono fermati e bloccati là sotto».

«Oggi - prosegue - stimiamo che siano presenti tre quattro o più metri cubi di materiale. La risposta è sempre la stessa: “non è nostro, è della ferrovia, è demaniale, abbiamo già avvisato”, ma è una giustificazione che non ritengo accettabile. Fatti simili si sono verificati anche altrove, com’è accaduto lo scorso anno presso il comune di Duino Aurisina, dove i depositi di alberi e altro materiale legnoso sono stati prontamente rimossi dalle spiagge, o come nel caso del comune di Monfalcone, che ha compiuto lo stesso lavoro in soli cinque giorni. Mentre al comune di Savogna abbiamo un cumulo che dopo due anni continua a crescere, è vergognoso».

Una questione affrontata dallo stesso primo cittadino, che più volte si è premurato di chiedere conto alle società di competenza. «Ogni anno - così Luca Pisk - avvisiamo sia la Protezione civile nazionale sia le Ferrovie dello Stato, anche perché si tratta di un manufatto di loro proprietà, e come Comune non possiamo intervenire. In merito al demanio delle acque vigono regole ben precise. Se qualche privato intendesse ripulire l’area per risolvere il problema autonomamente, si ritroverebbe a fare i conti con le norme vigenti. Apprezzo quanto il consigliere Tommasi si interessi alla questione, ma si tratta di un confronto con comuni come Monfalcone e Duino Aurisina in realtà molto più grandi del nostro».

«È una situazione ben diversa rispetto a un villaggio come Savogna - rimarca - e ribadisco che non possiamo intervenire. Ho già segnalato, sia telefonicamente che per iscritto, le società interessate intervengono con i loro tempi. Fra il 2015 e il 2016 il demanio si era occupato di ripulire le sponde del Vipacco, un miglioramento durato un anno e mezzo o due, che ha poi ceduto nuovamente alla boscaglia. Ad ogni modo gli addetti vengono spesso a verificare lo stato del ponte, anche perché anni fa è stata costruita la scalinata di collegamento alla strada ferrata. Immagino torneranno quanto prima, come sempre».

«Poi, oltre alle Ferrovie dello Stato abbiamo avvisato anche la Protezione civile regionale. Per quanto non abbiano ancora risposto, essendo nel mese di luglio, ipotizzo possano avere già in programma un intervento. Sono stati fatti degli studi, in merito: se si stabilisce di eseguire la pulizia dell’alveo, dev’essere effettuata in maniera profonda dall’inizio alla fine, non solo in alcuni punti. Perché altrimenti si rischia di creare dislivelli di acqua e pozze, quindi dev’essere effettuata una pulizia approfondita». Non si dichiara soddisfatta la controparte, secondo la quale al rischio relativo all’accumulo di materiale al di sotto del ponte si aggiungerebbe quello della vegetazione che cresce immediatamente intorno alla costruzione.

«Abbiamo anche alberi che crescono fuori dalle mura del ponte stesso – ricorda Tommasi - presumo che le radici possano intaccare la struttura impattando sulla sua staticità, e rappresentando così un pericolo per la stabilità del viadotto. Per quanto sia di proprietà delle ferrovie, esorto la giunta e il sindaco a intervenire tempestivamente, come primo cittadino responsabile dell’incolumità degli abitanti sul proprio territorio comunale». Un impegno di spesa messo in conto già nel bilancio regionale, rimarca Pisk. «Sono stati stanziati fondi appositamente dedicati a questa tipologia di emergenze, pertanto la problematica si sta indirizzando nella giusta direzione, anche alla luce di quanto accade nel resto d’Italia. Alluvioni, bombe d’acqua che in un’ora scaricano quello che dovrebbe cadere in un anno».

«La regione si sta muovendo in tal senso. Nella riunione di lunedì a Trieste abbiamo fatto presente all’assessore Scoccimarro la situazione sul Vipacco, in particolare quella che riguarda la zona bassa, dove le ultime case di via XXIV Maggio vengono interessate dall’erosione del fiume. Il Vipacco è un fiume un po’ più lento rispetto all’Isonzo, ma bisogna sempre far presente e monitorare la situazione. Poi abbiamo ricordato la questione di Malnišče, per proseguire l’iter di rimozione dei rifiuti abbandonati da 26 anni».

«I costi di smaltimento si sono abbassati, probabilmente perché nel tempo sono sorte diverse ditte che si occupano di smaltire questa tipologia di rifiuto. Da quattro milioni e mezzo o cinque preventivati in precedenza, siamo passati a due milioni e ottocento». Un’ulteriore occasione di miglioramento del territorio, e un’altra sfida per il primo cittadino ormai al secondo mandato. cold-smooth-tasty

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