l'incontro
Gorizia, le ragioni del fronte pro-cannabis legale tra uso medico e start up
L'incontro con i fondatori dell'azienda Hempgo, associazione Coscioni e il consigliere regionale Bullian. Il mercato della cannabis vale 6 miliardi.
L’economia legale che gira attorno alla coltivazione e utilizzo di cannabinoidi è in crescita in Italia, come testimonia il lavoro dell’azienda Hempgo a Gorizia. I suoi fondatori sono stati tra i protagonisti, sabato sera, dell’appuntamento di Cannabis Caffè, format portato avanti dalla rete 'Meglio legale’ al bar Aenigma di via Nizza, dove sono intervenuti anche il consigliere regionale di Patto per l’Autonomia-Civica Enrico Bullian, e la referente dell’associazione Luca Coscioni di Udine, Raffaella Barbieri.
A muovere questo tipo di incontri è la campagna firme portata avanti per la proposta di legge popolare ‘Io coltivo’, per permettere la piccola coltivazione in casa di piante di cannabis. Al momento sono state raccolte 35mila adesioni e si punta ad aggiungerne altre 15mila. A spiegare l’universo attorno a questo mondo, che conta nella sola Penisola ben 6 milioni di consumatori, è stato Giovanni Rosso, tra i fondatori di Hempgo, che vende prodotti Cbd: «Il mercato ha avuto un aumento durante il Covid perché è venuto meno il mercato di strada».
Non potendo acquistare dagli spacciatori sul mercato nero, infatti, molti hanno deciso di virare sulle forme più legali e accessibili direttamente online o ai distributori automatici. Aldilà del consumo personale per uso ‘ricreativo’, Barbieri ha ricordato anche tutti gli altri campi interessati, in particolare quello medico: «Nel 2021 abbiamo avuto la sentenza storica per il caso di Walter Di Benedetto, perché non riusciva a soddisfare il fabbisogno di cannabis per sua malattia». Una differenza di numeri, tra produzione e richiesta, effettivamente importante.
Come rilevato dall’esponente dell’associazione Coscioni, infatti, se il ministero della Salute stima che il fabbisogno italiano ammonti a 1.400 chili all’anno, l’effettiva produzione arriva a 300 chili. In realtà, «le associazioni di pazienti e medici indicano 30mila chili». Di Benedetto decise quindi di coltivarsi in casa le piante, venendo per questo processato ma alla fine assolto perché gli servivano per far fronte alla terapia del dolore. In Friuli Venezia Giulia, Bullian ha ricordato che esiste dal 2013 una norma dedicata ai cannabinodi.
La legge regionale, peraltro, prevede che ogni due anni venga presentata una relazione sullo stato di applicazione. «L’ultima risale al 2019» ha spiegato l’ex sindaco di Turriaco, anticipando di voler chiedere merito in Consiglio regionale. Sull’orientamento che deve avere la politica, ha quindi rimarcato che «se la direzione della società va verso quella strada, alla fine si arriverà a un provvedimento normativo», criticando le politiche proibizionistiche. Già oggi, l’economia sommersa legata alla cannabis vale oltre 6 miliardi di euro.
A Gorizia c’è solo una farmacia che vende cannabinoidi, ha aggiunto ancora Barbieri: «Gli studi sulla cannabis hanno avuto una battuta d’arresto negli anni, i medici sono più portati a prescrivere farmaci sintetici od oppiacei. Sul tema di esasperano i toni. Più alto è il livello di Thc e più alti sono i rischi, ma il proibizionismo porta il giovane ad avvicinarsi alla criminalità, dove spesso la cannabis viene spruzzata con droghe più pesanti, come metadone o eroina, per indurne la dipendenza. Laddove si legalizza, il consumo di cannabis diminuisce».
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