I ragazzi di Gorizia alla Gmg di Lisbona, «eravamo tutti lì per lo stesso motivo»

I ragazzi di Gorizia alla Gmg di Lisbona, «eravamo tutti lì per lo stesso motivo»

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I ragazzi di Gorizia alla Gmg di Lisbona, «eravamo tutti lì per lo stesso motivo»

Di Mattia Zucco • Pubblicato il 08 Ago 2023
Copertina per I ragazzi di Gorizia alla Gmg di Lisbona, «eravamo tutti lì per lo stesso motivo»

L'esperienza dei ragazzi partiti da Gorizia alla volta di Lisbona, il racconto dei partecipanti: «Papa Francesco ha incoraggiato a non avere paura».

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"Il mondo ha bisogno di voi”, questo l’invito di Papa Francesco rivolto ai giovani durante la messa conclusiva della Giornata Mondiale dei Giovani tenutasi presso il Parque Tejo di Lisbona. Tra l’infinità di persone presenti nella capitale portoghese anche una delegazione della diocesi di Gorizia, più precisamente 72 ragazzi e 12 neocatecumenali, che hanno deciso di prendere parte a questa esperienza che, dal 1986 su intuizione di Giovanni Paolo II, riunisce migliaia e migliaia di giovani cattolici da tutte le parti del globo.

Un invito, quello del pontefice, che si estende all’oltre milione e mezzo di giovani presenti, tra i quali oltre un migliaio proprio dalla nostra regione, ma non solo: il pontefice, infatti, durante l'Angelus, ha rivolto un pensiero ai giovani che "non sono potuti venire" alla Gmg "a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante. Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto”. A coordinare il viaggio, per la diocesi di Gorizia, è stato don Nicola Ban.

“L’esperienza della Giornata mondiale della Gioventù - così il sacerdote - è stato un momento di grazia per i giovani della nostra diocesi che hanno partecipato. Sono 34 quelli che hanno viaggiato con l’organizzazione della Pastorale giovanile e 38 del gruppo scout Szso della comunità slovena”. Ban ha inoltre sottolineato che “ci sono più registri per cui la Gmg 'funziona' come esperienza di fede e di formazione. Per i giovani è incoraggiante vedere altri coetanei che si pongono le stesse domande, e cercano risposte nella fede: nelle parrocchie a volte si sentono un po’ isolati, vedersi in tanti è incoraggiante".

Ha quindi rimarcato come "è importante, in situazioni come queste, il confronto con i coetanei in un clima in cui il punto di partenza è la fiducia e lo spirito di fraternità; le fatiche, anche fisiche, che una Gmg comporta fa sentire un po’ tutti pellegrini. Il Papa, infine, ha saputo intercettare con le sue parole, in modo semplice e profondo, le domande aperte nelle vite dei giovani, soprattutto dopo il periodo della pandemia che ha fatto sentire una forte insicurezza…"

"Papa Francesco ha incoraggiato a non avere paura, a sentirsi comunque amati, a dare un senso alla propria vita” ancora il prete. Non sono mancati, infine, i momenti di divertimento e riflessione per il gruppone goriziano, come ad esempio il “diario di bordo” di Benedetta, ragazza 24enne partita con la diocesi di Gorizia, che ogni giorno annotava le avventure quotidiane: “In quel di Lisbona, dove i nostri eroi pellegrini sono in viaggio per tornare a Sintra, qualcuno sente delle voci familiari. Eccoli, sono loro!"

"Altri italiani di origine campana che stanno tornando a casa. Tra una chiacchiera e l’altra si scopre che uno di loro ha dei parenti in Friuli Venezia Giulia, esattamente a Monfalcone, ed è un’insegnante. Il caso vuole si tratti proprio di un insegnante di alcuni nostri eroi di Cervignano”. La prossima Giornata mondiale della Gioventù, come annunciato dal pontefice, si terrà a Seul in Corea del Sud nel 2027, mentre i giovani cattolici di tutto il mondo sono invitati prima a Roma nel 2025 per il Giubileo dei Giovani.

Angelica, diciottenne di Gorizia, durante il viaggio di ritorno ha invece cercato di fissare su carta le emozioni vissute nelle ultime giornate: “Da questa esperienza mi porto a casa la fratellanza tra le persone, il salutarsi per strada con altri ragazzi senza un motivo in particolare ma solo perché eravamo tutti lì, le amicizie strette in pochi minuti con persone che probabilmente non vedrò mai più in vita mia, ma non per questo meno profonde, le confessioni fatte agli sconosciuti, che poi non lo erano mai del tutto, perchè non importava da dove venissimo, che lingua parlassimo, di che colore fosse la nostra pelle. Eravamo tutti li per lo stesso motivo: incontrare il Signore”.

Foto Arcidiocesi Gorizia

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