Ragazzi nel fiume Natisone, parla il volontario di Medea che ha ritrovato Patrizia

Ragazzi nel fiume Natisone, parla il volontario di Medea che ha ritrovato Patrizia

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Ragazzi nel fiume Natisone, parla il volontario di Medea che ha ritrovato Patrizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 02 Giu 2024
Copertina per Ragazzi nel fiume Natisone, parla il volontario di Medea che ha ritrovato Patrizia

Il primo a intravedere il corpo trascinato dalla corrente di una delle giovani è un volontario della squadra di Medea, il racconto di quei drammatici momenti.

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La macchina dei soccorsi per riuscire a trovare i tre ragazzi dispersi nel fiume Natisone ha sconvolto tutta la regione. Oggi le squadre hanno finalmente rintracciato i corpi delle due ragazze, Patrizia Cormos e Bianca Doros, riemersi dalla acque all’altezza di Orsaria di Premariacco mentre proseguono i pattugliamenti per riuscire a ritrovare anche l’ultimo disperso, Cristian Casiar Molnar. Sul posto sono giunti anche gli operatori della Croce verde goriziana e di numerose squadra di Protezione civile, tra cui quella di Medea.

Proprio dal paese all’ombra dell’Ara Pacis arriva Emanuel Marini, che ha avvistato il corpo di Patrizia, insieme ai colleghi di Talmassons. «La nostra squadra è andata a perlustrare un tratto del fiume verso monte - ha spiegato il volontario ai microfoni dei giornalisti, presso il campo soccorsi di Premariacco - si cerca in tutti gli interstizi perché il tratto è molto complesso. Ci sono molte pietre e molte insenature, devi arrampicarti per passare da un costone all’altro». Alla fine, da capofila ha intravisto il corpo ormai senza vita della ragazza.

Marini e gli altri operatori stavano procedendo lungo il greto del fiume, avvisando subito i colleghi mandando loro le coordinate precise. «È toccato a me vederla - ha spiegato con la voce rotta - l’ho scoperta all’interno di una crepa nel muro». L’unico contatto avuto direttamente è stato necessario per verificare che non ci fosse battito. «È stato un recupero difficile - ha confermato il soccorritore - ma è tutta gente formata e sono persone eccezionali. Sono venute subito, hanno districato il corpo e con l’elicottero è stata portata via».

Anche se sono passate tante ore di distanza dall’ultimo avvistamento, l’estrema speranza era di concludere la ricerca con un finale diverso. «Sono venuto qui sperando di trovare la ragazza ferita ma viva - ha concluso il componente della Protezione civile - poteva essere mia figlia. Io stesso sono genitore. Ho parlato con i genitori, è dura». Sul posto sono Impiegati 40 vigili del fuoco,  tra sommozzatori, topografi, soccorritori fluviali e speleo, squadre ordinarie. Ora proseguono le ricerche anche per il terzo giovane.

A comunicare la tragica notizia del ritrovamento alla famiglia è stato lo stesso Marini, dopo aver consultato la psicologa messa a disposizione dalla Protezione civile. Un colloquio duro, ma necessario anche dal punto di vista emotivo per quei genitori e lo stesso volontario, che ha trascorso quelle ultime due ore a stretto contatto con il corpo della giovane. Su di esso, non c'erano segni di una lotta per cercare di trovare un appiglio, sintomo che probabilmente era già deceduta quando è arrivata in quel punto. La speranza del componente della Pc è che, nel male, questo fatto possa essere d'insegnamento che l'acqua non è un gioco, tantomeno un fiume.

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