Il Rafut a Gorizia diventa museo del confine, aprirà nella prossima primavera

Il Rafut a Gorizia diventa museo del confine, aprirà nella prossima primavera

Il progetto per l'ex valico

Il Rafut a Gorizia diventa museo del confine, aprirà nella prossima primavera

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 07 Nov 2020
Copertina per Il Rafut a Gorizia diventa museo del confine, aprirà nella prossima primavera

Al via diverse iniziative per valorizzare l'ex punto confinario. Si punta a trasformarlo in un museo della memoria.

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Proseguono gli sforzi per trasformare il valico del Rafut in un centro culturale transfrontaliero. Nei giorni scorsi, infatti, l’amministrazione comunale ha riconfermato la collaborazione con l’associazione Quarantasettezeroquattro e l’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia (Isig), approvandone i rispettivi progetti per raccontare la storia di confine e promuovere turisticamente il sito. Il tutto, che prevede una spesa di 48mila euro, si inserisce nella candidatura congiunta di Nova Gorica e Gorizia a Capitale europea della cultura 2025.

“In questo luogo - spiega l’assessore alla cultura, Fabrizio Oreti -, vogliamo ricreare la vita al tempo del confine. Il museo farà così rivivere l’epoca dei muri e dei lasciapassare, sia grazie alle testimonianze di chi ha vissuto quel periodo, sia con tutta una serie di iniziative che verranno sviluppate”. Anche PromoTurismo Fvg si è detta interessata a quest’area, inserendola nei suoi 12 itinerari turistici della città. “Puntiamo ad inaugurare il tutto entro la primavera del prossimo anno - auspica Oreti -, il discorso è già avviato da tempo e ormai siamo a buon punto”.

Proprio per far riscoprire quest’angolo di città, l’associazione Quarantasettezeroquattro ha già avviato il progetto “Lasciapassare/Prepusnica”, realizzato grazie al bando regionale per la divulgazione storica vinto nel 2019. “Dalla prossima settimana - spiega il presidente, Alessandro Cattunar -, inizieremo a raccogliere le testimonianze orali nel Goriziano per il periodo dal 1955 al 2010. Negli anni scorsi ci siamo infatti concentrati sui decenni tra il 1914 e il ’55”. Il racconto dei testimoni diretti sarà poi tradotto in alcune installazioni multimediali, collocate proprio nell’ex valico.

“La vecchia casermetta diventerà così un piccolo polo mussale - prosegue Cattunar -, dove racconteremo i diversi punti di vista da entrambe le sponde del confine. Vogliamo raccontare in modo complesso la storia di quei anni. Nel corso del 2021 completeremo la raccolta delle testimonianze, la realizzazione delle installazioni multimediali e implementeremmo il percorso di ‘topografia della memoria’, un percorso museale a cielo aperto creato a Gorizia già 10 anni fa”.

I racconti di confine saranno al centro anche del lavoro di Isig, con il suo laboratorio “Raccontami del tuo confine”, che coinvolgerà gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori e primi anni delle università. Attraverso sei incontri, l’obiettivo è quello di fornire ai partecipanti prospettive originali e strumenti per accedere alle memorie della vita di confine in un periodo specifico, tra gli anni 1960 e 1980, che generalmente trova meno spazio nel dibattito pubblico. In tal senso, il tutto sarà realizzato in sinergia con il progetto “GO! 2025 Rescuers of memory”, il cui obiettivo è la costituzione di un patrimonio regionale transfrontaliero della memoria popolare.

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