La lettera del deputato Pettarin
Il raccordo ferroviario di Ronchi indispensabile per il rilancio della linea Gorizia-Nova Gorica, l'appello per la sua tutela

L'esponente di Forza Italia di Gorizia difende l'infrastruttura ferroviaria di Ronchi e la rilancia a favore del collegamento Gorizia-Nova Gorica
"È irrinunciabile mantenere operativo il collegamento ferroviario tra le stazioni di Ronchi Sud e Ronchi Nord (nella foto), se non si vuole disperdere l'utilità della ormai famosa 'lunetta' che Rfi prevede di realizzare per unire la ferrovia italiana a quella slovena. Anzi, ci azzardiamo a dire che questo tratto andrebbe persino potenziato”. Questo il succo di una lettera aperta firmata dal deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin, insieme agli esperti Roberto Carollo, Alessandro Puhali e Paolo Sluga. “Solo grazie al nodo di Ronchi, infatti, i treni che partono da Trieste e Monfalcone - ma anche da Venezia e Cervignano - potranno immettersi anche nella futura linea internazionale Gorizia-Nova Gorica”, concludono i firmatari.
Al centro dell'attenzione dei firmatari c'è l'infrastruttura ferroviaria di 1,06 chilometri, da anni al centro di discussioni per il riallacciamento delle linee tra il capoluogo isontino e la sua controparte slovena. Rete Ferroviaria Italiana ha già annunciato l'investimento per la sua realizzazione, che renderà possibile ai treni provenienti da Monfalcone, Cervignano, Ronchi Sud e Nord di immettersi nella direttrice italo-slovena. Ma per fare ciò, si legge nella missiva, si "richiede per la sua piena efficacia il mantenimento in esercizio (ed auspicabilmente l’efficientamento) del raccordo ferroviario Ronchi Nord-Ronchi Sud della lunghezza di circa due chilometri". Tale raccordo, a binario unico ed elettrificato, negli ultimi anni è percorso per lo più da treni merci e raramente da treni viaggiatori.
"In ogni caso - proseguono - questo può consentire il passaggio di ogni tipologia di convoglio, come attesta il suo utilizzo agli inizi degli anni Duemila da parte dell’EuroNight Vienna-Venezia, composto da carrozze lunghe ciascuna 26,40 metri, successivamente instradato per altro percorso, ma non certamente per inidoneità del tracciato in argomento. Nel 2011/2012 si sviluppò un aspro confronto a livello politico ed istituzionale in relazione alla ventilata possibilità che il raccordo venisse soppresso, soluzione caldeggiata da alcuni esponenti della Bassa Isontina". Pettarin e gli altri firmatari allora ricordano che Gorizia "si schierò decisamente per il mantenimento, rilevando come la sua soppressione avrebbe determinato un gravissimo danno per la città e all’intera Regione".
"Se fosse stato eliminato il raccordo - sottolineano -, un treno proveniente da Cervignano non avrebbe più potuto proseguire per Gorizia e il suo valico ferroviario internazionale, ma sarebbe stato costretto a raggiungere Monfalcone e quindi invertire la marcia. Tali cambi di trazione imporrebbero l’esecuzione di manovre, aggiungendo ulteriori oneri di esercizio ad un impianto ferroviario, quello di Monfalcone". Quell'interscambio venne salvato, ma il suo impatto territoriale, in particolare nel passaggio a livello lungo via D’Annunzio a Ronchi dei Legionari e il tracciato presente in una zona residenziale, "rende sempre attuale l’'ostilità' locale nei suoi confronti". Una situazione sottolineata nelle ultime settimane con diversi articoli sulla stampa locale.
"Per quanto è dato di sapere - concludono i firmatari - Rfi e l’amministrazione regionale sarebbero comunque favorevoli al mantenimento in esercizio del raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud. Le iniziative che si stanno moltiplicando a livello politico ed istituzionale in relazione alle sorti di questa infrastruttura non possono lasciare indifferente Gorizia: il raccordo in parola è vitale per la città e per la SDAG, in quanto consente ai treni merci il collegamento più breve con la rete ferroviaria italiana e, in primis, con l’Interporto di Cervignano, parte del sistema dei retroporti di Trieste e Monfalcone. Ma anche il trasporto viaggiatori trae essenziali benefici, come il collegamento diretto tra il Trieste Airport e la Slovenia nord-occidentale, proprio grazie alla lunetta".

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