La rabbia delle tre violiniste russe: «Riammesse al Lipizer? È un ricatto»

La rabbia delle tre violiniste russe: «Riammesse al Lipizer? È un ricatto»

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La rabbia delle tre violiniste russe: «Riammesse al Lipizer? È un ricatto»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 27 Giu 2022
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Una delle tre artiste svela la lettera ricevuta: «Inaccettabile, noi non facciamo politica».

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Una proposta che suona come un “ricatto”. Lidia Kocharyan (nella foto) non usa mezzi termini per definire la lettera che nei giorni scorsi lei e le altre due violiniste russe hanno ricevuto dall’associazione Lipizer, per riammetterle al concorso internazionale di Gorizia. Insieme a Anastasia Pentina e Carolina Averina, ha deciso di rifiutare l’offerta, che nelle ultime ore è riemersa agli oneri delle cronache. L’organizzazione della competizione, infatti, ha tolto il vincolo della nazionalità russa tra l’inammissibilità.

Ad una condizione, però: “che sconfessi solennemente e pubblicamente l'attuale politica estera del regime di Putin e condanni fermamente la vile, sanguinosa e barbara aggressione all'integrità territoriale dell'Ucraina e del suo popolo, ripudiando la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come un mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali (articolo 11 della Costituzione italiana) e il riconoscimento dei canali diplomatici come unico foro per la soluzione delle controversie internazionali”.

Le parole sono di Lorenzo Qualli, presidente del sodalizio, che ha indirizzato la missiva dopo essersi consultato con il console onorario italiano a Leopoli, il goriziano Gianluca Sardelli, “al fine di non penalizzare ingiustamente i cittadini russi concorrenti per nascita”. Parole che, anziché eliminare l’atrito che si è venuto a creare negli ultimi mesi, ha provocato la reazione sdegnata delle musiciste. “Qualli vuole che condanniamo la situazione per poter partecipare - commenta Kocharyan - ma questo è un ricatto. Noi siamo fuori dalla politica”.

“Nel regolamento del concorso - rimarca - non è scritto che per la partecipazione bisogna promulgare il nostro punto di vista politico oltre che la nostra opinione. Ed è chiarissimo che con questo provvedimento l'associazione vuole mitigare il danno che ha fatto al proprio nome. Ovviamente non sosteniamo il conflitto, tuttavia trovo ridicolo l’argomento di Qualli, per cui dobbiamo spiegare la nostra posizione. Perché l'associazione vuole trascinarci in polemiche politiche? Vogliono imporci le loro condizioni. Non siamo obbligati a dire a nessuno cosa pensiamo”.

La violonista, inoltre, evidenzia che “non si sono nemmeno scusati”. Peraltro, per decidere se accettare o meno, le ragazze hanno avuto solo tre giorni di tempo per rispondere. “Anche le informazioni di oggi fornite da diversi giornali sono sbagliate, perché l'associazione non ci ha mai comunicato di partecipare al concorso proprio così”. Tra le condizioni, infine, anche “attuare una correzione immediata della divulgazione attraverso tutti i media che hai utilizzato per screditare l'associazione culturale Lipizer e il suo prestigioso 41° Premio Rodolfo Lipizer 2022”.

Il consiglio direttivo della storica realtà si riunirà all’inizio di questa settimana per discutere della vicenda, la prima volta da quando è scoppiata la polemica. Di quello che sembrava un dietrofront dell’associazione né il sindaco Rodolfo Ziberna né il prefetto Raffaele Ricciardi, attivatisi per trovare una soluzione, ne erano stati informati. La stessa Kocharyan e le sue due colleghe saranno comunque a Gorizia, ospiti a Palazzo de Grazia il 13 luglio per un concerto organizzato dalla Casa della musica.

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