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Quattro consiglieri regionali dentro Cpr e Cara, politica divisa a Gradisca
La permanenza media nel Cpr è inferiore ai 30 giorni, rimpatrio legato ai trattati bilaterali tra l'Italia e i singoli Stati di provenienza.
Una visita congiunta, quella di ieri mercoledì 18 ottobre, dei consiglieri regionali Antonio Calligaris (Lega), Diego Moretti (Pd) ed Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) al Cpr e Cara di Gradisca d’Isonzo. Il tutto assieme al presidente della VI commissione, Roberto Novelli.
Il primo atto del sopralluogo, alla presenza del direttore Simone Borile, si è tenuto presso il Cpr, struttura contenitiva finalizzata alle previste espulsioni con conseguente rientro nel Paese d'origine. Nella stragrande maggioranza dei casi trattasi di tunisini e marocchini, impossibilitati a uscire dalla struttura in quanto accusati di reati gravi che vanno da spaccio di sostanze stupefacenti a violenze di ogni genere e grado. La permanenza media è inferiore ai 30 giorni e il rimpatrio è legato ai trattati bilaterali stipulati tra Italia e i singoli Stati di provenienza.
I danneggiamenti alle strutture sono frequenti: tra il 2021 e il 2022 sono stati effettuati lavori di ripristino degli immobili e degli arredi per circa 600mila euro, cui si sommano i 10mila euro mensili per l'ordinaria manutenzione.
Secondo passaggio, con la supervisione della direttrice Antonina Cardella, al Cara, che accoglie ospiti privi di documenti, intenzionati a chiedere la protezione internazionale e il cui reddito non consente di reperire un alloggio privato. Gli ospiti possono uscire dalle 8 di mattina alle 20 di sera e, in caso di necessità lavorative, godono della possibilità di non sottostare a questi vincoli orari. La permanenza media è superiore ai due anni, ma può protrarsi anche fino ai 3 o 4 anni. Una percentuale che accarezza la soglia dell'80% arriva dal Pakistan ma sono sempre più numerosi gli arrivi dal Bangladesh mentre sono calati gli afgani, gli unici ad ottenere lo status di rifugiati. Non si ricordano danneggiamenti se non riconducibili all'usura.
Sotto il profilo politico, ancora una volta, unanimità nel riconoscere che il Cara sia sovraffollato, ma diametralmente opposta la lettura e la successiva ipotesi di soluzione: Bullian ha spinto sulla necessità di attuare l'accoglienza diffusa, invitando a esorcizzare "uno scontro permanente tra civiltà" e ricordando che "le crociate sono finite male sia per i cristiani che per i musulmani" e Moretti ha sollecitato a "prendere atto di un fenomeno che viene gestito in modo egregio e sul quale non bisogna fare speculazioni"; sul fronte Maggioranza, invece, Novelli e Calligaris hanno posto l'accento sull'esigenza di combattere i flussi "bloccando gli arrivi ai confini e non certo con l'accoglienza diffusa".
Calligaris ha altresì evidenziato come "questa visita ha permesso di sgomberare il campo da accuse e polemiche strumentali e ingiuste verso chi lavora e coordina le attività del Cpr". Nello specifico, Moretti e Bullian hanno ribadito come “l'oggettivo sovraffollamento del Cara, con ben 648 ospitati di cui oltre la metà in un'inaccettabile tendopoli nata per emergenza e divenuta strutturale, non fa altro che rafforzare il convincimento di quanto sia necessaria una redistribuzione tra regioni italiane e tra Stati europei, ma anche dell'accoglienza diffusa a livello regionale, perché Gradisca d’Isonzo ha già dato molto in termini di accoglienza e il Comune non può continuare a essere lasciato solo nella gestione esterna dell’impatto sociale".
"Grazie alle forze dell'ordine (che sono comunque sottratte al controllo del territorio) e al personale degli enti gestori, che ringraziamo per la complessa attività, viene tuttavia garantita la gestione. Mantenere questo sistema fa comodo a Fedriga e al suo centrodestra che, a differenza del Veneto di Zaia, continua a spacciare l'accoglienza diffusa per il male, mentre i problemi continuano ad acuirsi, complice il governo nazionale che sui migranti ha costruito una campagna mediatica dove è stato promesso di tutto e attuato nulla”.
Inoltre, continuano, “le presenze all'interno del Cpr dovrebbe far riflettere: delle 88 persone presenti le nazionalità più rappresentate sono quelle tunisine, marocchine, nigeriane. La propaganda della destra continua a usare le vicende e le problematiche della rotta balcanica che, evidentemente, ha ben poco a che fare”.
Per Calligaris, invece, si è trattato di una “visita che sgombra il campo da tutte le polemiche e le accuse di maltrattamenti avanzate sul Cpr. Si tratta di una struttura sicura, dove i migranti sono trattati con correttezza e per questo dobbiamo ringraziare le Forze di polizia e gli addetti per il lavoro che svolgono in questo Centro, il loro lavoro consente ai cittadini della nostra regione di vivere più sicuri".
"Trattenere all'interno soggetti stranieri, socialmente pericolosi ed ex detenuti è necessario per garantire la sicurezza di tutti i cittadini", prosegue Calligaris, che sottolinea come "nel Cara esiste un problema di sovraffollamento che conferma quello che diciamo da sempre e cioè che mantenere 3 anni i migranti in attesa delle verifiche necessarie non è una via perseguibile e, allo stesso modo, l'idea della Sinistra di utilizzare l'accoglienza diffusa anche per loro non è accettabile".
"La verifica su chi abbia diritto o meno di entrare in Italia - conclude l'esponente del carroccio - deve essere fatta nei Paesi di provenienza".
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