L'anniversario
Un quarto di secolo dalla rinascita della Madonna del Preval di Mossa, il luogo sacro di Papa Wojtyla
Le monache clarisse di Gorizia omaggiano i 25 anni del santuario con un suggestivo presepe inaugurato pochi giorni fa.
Risalente addirittura al Trecento, il santuario della Madonna del Preval è certamente uno dei luoghi sacri più simbolici del Goriziano. A renderlo ancora più suggestivo è la presenza della statura della Vergine, data XV secolo e ammantata di una storia importante. In un anno così turbolento come quello che sta per concludersi, sono state poche le occasioni per celebrare i 25 anni dalla ricostruzione e consacrazione del luogo e dell’incoronazione della rappresentazione dall’arcivescovo padre Antonio Vitale Bommarco, su mandato e con l’autorità apostolica di Papa Giovanni Paolo II. Un anniversario importante che non è passato in sordina per il Natale.
Le monache clarisse di Gorizia, infatti, hanno deciso di allestire nella chiesa parrocchiale di Mossa - comune nel quale si trova appunto il Preval - il loro annuale presepe, non potendolo far ammirare ai fedeli nel loro convento in città, a causa delle restrizioni anti-Covid. La loro rappresentazione della natività, quindi, ha ricreato il celebre santuario con una meticolosa dovizia di particolari. “Il santuario ha sempre avuto un ruolo importante per tutto il Goriziano - spiega don Moris Tonso, parrocco di Mossa -, perché rappresenta un punto di riferimento importante per la nostra vita di fede. Qui, diverse generazioni si sono rivolte a Maria per chiedere il suo aiuto e protezione”.
Tra questi, ci fu anche il Pontefice Karol Wojtyla, che vi si fermò in preghiera in occasione del suo viaggio a Gorizia nel 1992. “Il Papa - ricorda don Moris - sostò anche davanti al santuario ed è proprio per questo che questa immagine della Madonna assume un significato ancora più profondo”. A causare il declino del luogo di culto nella seconda metà del Novecento fu la sua posizione sul confine con la Jugoslavia, per poi rinascere alla fine del secolo e negli anni successivi. Lo stesso Pontefice omaggiò l'antica statua di Maria e benedì la pietra angolare dell'erigendo santuario, conferendo allo stesso il nuovo titolo di "Santa Maria Regina dei Popoli”.