L'INIZIATIVA
‘Per un pugno di terra’, il racconto delle lotte friulane del dopoguerra aspettando il primo maggio

Il nuovo saggio di Pier Paolo Gratton verrà presentato il 30 aprile a Cervignano del Friuli, un’occasione per valorizzare la prossima Festa dei lavoratori.
Per un pungo di terra, mezzadri e braccianti nel Basso Friuli orientale 1954-1953, l’ultimo saggio del giornalista Pier Paolo Gratton (Forum editore, 2023), sarà presentato mercoledì 30 aprile alle 18, a Cervignano del Friuli, alla Casa della Musica in largo maestro Galliano Bradaschia. L’iniziativa è organizzata dall’assessorato alla cultura comunale e dalla biblioteca civica Giuseppe Zigaina. La presentazione, in una sorta di attesa del primo maggio a Cervignano, costituisce da parte dell’amministrazione comunale del centro della Bassa friulana un’occasione per divulgare la microstoria locale e per valorizzare la Festa dei lavoratori. Dopo i saluti del sindaco Andrea Balducci, Gratton dialogherà con Luisa Contin, autrice de La frontiera inaspettata (Gaspari editore), che avrà il compito di inquadrare il lavoro nel contesto storico di quegli anni.
«Si tratta dello sviluppo della mia tesi di laurea datata 1978 – racconta l’autore – arricchita oggi da ulteriori ricerche d’archivio». Quello di Gratton è un affresco sulla Bassa friulana negli anni del Centrismo e pone l’attenzione sulle lotte contadine nel Basso Friuli orientale tra il 1945 e il 1953. Una bassa friulana che, come nel resto dello Stato di quegli anni, soffriva una condizione economica disastrosa, con interi paesi da ricostruire, una campagna in parte devastata dalla guerra e con una questione sociale esplosiva dopo vent’anni di fascismo e repressione. Era soprattutto nelle campagne, infatti, che i contrasti politici e sociali si tramutavano in scioperi, manifestazioni e proteste più o meno estese. Gli agrari non intendevano cedere i privilegi conquistati durante il Ventennio, mentre i contadini – mezzadri e braccianti – forti della Lotta di liberazione e sostenuti da comandanti partigiani diventati sindacalisti rivendicavano migliori condizioni di vita.
Al centro del contendere soprattutto il contratto di mezzadria, che gli agrari volevano mantenere nella sua interezza e che i lavoratori della terra volevano invece abolire o, perlomeno, radicalmente modificare. Anno dopo anno, Gratton descrive le principali vertenze nei paesi della bassa friulana orientale, che se da un lato hanno garantito ai protagonisti magari solo un pugno di terra da coltivare direttamente – risollevandoli da condizioni di vita quasi medievali – dall’altro hanno avuto il pregio di qualificare una campagna oggi tra le zone più prospere del Friuli Venezia Giulia. Sullo sfondo le direttive dei singoli partiti, in particolare quello comunista e quello democristiano e Dc, che proprio in quegli anni stavano elaborando teorie e strategie politiche che sarebbero state alla base del cosiddetto miracolo economico italiano degli anni Sessanta.
«Emergono figure importanti di dirigenti sindacali fortemente ancorati alla realtà sociale dei contadini dell’epoca – prosegue l’autore – ma anche figure istituzionali, irreprensibili nella loro azione repressiva, ma anche capaci di evitare che scioperi e manifestazioni sfociassero in massacri come in altre zone del Paese». Tra i nomi di maggior nota, spiccano quelli dei sindacalisti Giuseppe Moro, Egidio Gallet e Olivo Burini, mentre sul fronte dell’ordine pubblico grande attenzione è data al commissario di Polizia di Cervignano, in carica dal 1947, Ambrogio Gallo. «In archivio ho trovato anche diverse testimonianze dell’impegno dell’allora dirigente comunista Giuseppe Zigaina, protagonista di quelle lotte fino agli anni Cinquanta. Figure fortemente politicizzate ma che riuscivano a interfacciarsi con le masse contadine tanto che queste ultime avevano nei loro riguardi quasi un attaccamento fideistico».
L’opera dipinge un quadro affascinante che poi, via via, è andato sbiadendosi con vittorie in alcuni casi effimere. Come la fine della mezzadria nel 1982, «quando però – annotava con un certo disincanto Olivo Burini, uno degli organizzatori sindacali più noti ed apprezzati nella zona - ormai i mezzadri erano tutti andati altrove».
Foto di Facebook/Pier Paolo Gratton
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