IL DIBATTITO
Una provincia che riabbraccia Aquileia: dopo Zorino e Cisint arriva l’ok di Tubetti
Presentata stamattina la mozione che sarà proposta nei vari Consigli Comunali. La riconfigurazione potrebbe corrispondere al territorio diocesano.
Lo aveva proposto in tempi non sospetti, l’anno scorso, il secondo numero del quadrimestrale Nuova Iniziativa Isontina: che la nuova provincia di Gorizia, nei nuovi confini, riprendesse comuni già sotto le province di Udine e Trieste. Si tratta di Visco, Cervignano, Aquileia, San Vito al Torre, Aiello del Friuli, Ruda e vari altri. Un collegamento che ancora c’è, con Gorizia, per questi comuni – e quelli di Duino Aurisina e Sgonico sotto Trieste – uniti nell’Arcidiocesi di Gorizia. Andiamo ora a capire quali sono le “novità”. Ne ha parlato, nei giorni scorsi, il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino: «Aquileia, la cui sua storia è intrinsecamente legata alle radici della cultura europea, crocevia di popoli e culture che si sono intrecciate nel corso dei secoli, è un "metaluogo", come lo chiamo io, con una parola che si attaglia bene anche a tutta la nostra Regione, città sintesi delle principali culture europee, con l'aggiunta preziosa della componente ebraica. Indissolubilmente legata dalla storia e dalle vocazioni universali e origine della Mitteleuropa».
«Aquileia non è solo un punto di riferimento fisico ma anche un crocevia spirituale e culturale, un'autentica città dell'anima. Durante il patriarcato Aquileia divenne un centro vitale per la cristianità, un faro di fede e cultura che si estendeva ben oltre i confini della nostra regione e testimoniava la sua forza per mezzo del legame spirituale con San Marco, uno dei quattro evangelisti. In aggiunta, Aquileia è un baluardo della Romanità, un centro archeologico di straordinaria importanza, che fu sintesi di culture. Il territorio della Bassa Friulana, storicamente incluso nel Friuli Orientale e oggi, guarda caso, è già parte dell'Arcidiocesi di Gorizia. Perché quindi non riflettere sul potenziale di un'"arci-provincia" chiamata "Aquileia-Gorizia"», propone il sindaco.
«L'idea di creare una provincia comune che comprenda Aquileia, Grado e l’Isontino, ricalcando i confini del Friuli orientale, non è da escludere a priori. Esistono portenti nella logica di questa proposta, e sono convinto che essa possa risultare proficua. Tuttavia, affinché tale ipotesi diventi una realtà concreta, è essenziale promuovere un ampio confronto con i cittadini e avviare un dialogo costruttivo con la Regione Friuli Venezia Giulia. Spero vivamente che anche Udine e i molti territori che facevano già parte della provincia di Udine si dimostrino interessati al dibattito riguardante Aquileia e la “Bassa”. La loro partecipazione con proposte e osservazioni sarebbe non solo stimolante ma fondamentale per costruire un progetto condiviso», così ancora Zorino.
«Non c’è dubbio di quanto sia connesso l’assetto logistico e infrastrutturale e quanto una programmazione strategica che coinvolga l'Interporto di Cervignano, l'Autoporto di Gorizia, l'Aeroporto di Ronchi e il Porto di Monfalcone, in sinergia con il sistema portuale triestino e del nord Adriatico, fungerebbe da volano per iniziative economiche e dell’indotto rafforzando la vocazione internazionale degli scambi della provincia», ha fatto sapere l’eurodeputata monfalconese Anna Maria Cisint. «Del resto, l’unificazione realizzata fra i Consorzi economici di Monfalcone e Gorizia mostra la validità di questo tipo di sinergia. Ugualmente, mettere in rete e fare sistema il patrimonio storico-culturale-ambientale in funzione turistica darebbe un’ulteriore spinta promozionale e di crescita dei servizi, in un comparto nel quale già ora gli intrecci sono profondi, come quelli fra Grado e Aquileia, e sono destinati a diventare sempre più organici con GO!2025 e il richiamo che ne deriverà e che porterà a nuove integrazioni fra il Goriziano e l’Isontino».
Per l’eurodeputata «si apre una vasta prateria di possibilità come dimostra il successo delle iniziative turistico-culturali avviate con il progetto che vede coinvolti Monfalcone e Aquileia nella rete delle Città Murate e quelle che hanno interessato anche Grado nelle celebrazioni su Pasolini. In una fase in cui chi soggiorna o visita un territorio apprezza l’offerta articolata su più fronti, mettere assieme le diverse risorse e la relativa promozione e valorizzazione incrementerebbe le relative ricadute. Lo stesso possiamo dire per un altro settore in forte crescita, quello della nautica da diporto, strategico per l'intera Regione, che trarrebbe ulteriori benefici attraverso gli interventi coordinati in ambito marittimo, lagunare e delle acque interne», conclude Cisint.
Ad andare nella stessa direzione di quanto proposto da Zorino e Cisint, c’è oggi, venerdì 20 dicembre, anche Fratelli d’Italia in una conferenza stampa tenutasi nella sede goriziana del partito ha presentato il testo di una mozione per l’apertura del dibattito sul tema che verrà proposto nei vari Consigli Comunali dove FdI è presente. Ne ha dato notizia la senatrice e coordinatrice provinciale del partito, Francesca Tubetti che sposa senza dubbi la tesi sulla nuova conformazione corrispondente al territorio diocesano. Quindi un sì convinto alle possibili riconfigurazioni territoriali, apertura di un tavolo di lavoro permanente e discussione in tutti i Comuni.
«Vogliamo portare la proposta nelle sedi competenti ed allargarla alle altre forze politiche – sono le parole di Tubetti – aprire una discussione con i sindaci chiedendo di ritornare alla politica seria e concreta». «La proposta del nuovo assetto territoriale arriva dopo la tragedia delle Uti, una proposta scellerata delle Sinistre» commenta poi la senatrice. «Coglie nel segno» la proposta di Tubetti secondo il responsabile degli Enti Territoriali Riccardo Zandomeni che senza giri di parole la definisce «una grande occasione» ed «un cambiamento attivo e costruttivo per il territorio». «Potenziare significa progresso dal punto di vista economico e turistico» così Zandomeni. Pur da indipendente, il consigliere comunale Antonio Devetag si è detto «vicino alla proposta di FdI nata per dare un respiro diverso».
Devetag ha pure ricordato il largo consenso ricevuto sulla questione negli anni ’90 da Cervignano ed altre località della Bassa Friuliana e il fallimento della proposta «a causa delle segreterie di partito triestine e udinesi». Stamane, più volte, anche in casa FdI sono aleggiati i nomi degli arcivescovi Cocolin e Bommarco. In sostanza quelli che sono i “confini diocesani” piacciono. «Per la prima volta – dichiara Devetag – la persona del sindaco di Aquileia viene a portare qualcosa a Gorizia. Nel 2025 ci vuole una visione diversa che metta Gorizia, Monfalcone, Grado e Cormons al centro delle attenzioni regionali». Quindi basta a separazioni ideologiche che già tanto hanno allontanato perché «sposare Gorizia e Aquileia è un’operazione culturale europea». «È necessario un forte patto tra Gorizia e Monfalcone – conclude Devetag – ora bisogna fare lobby. Occorre aspettarsi adesioni importanti in tal senso».
Per il gradese Giovan Battista Bredeon «Gorizia non sarà più periferia della Regione ma un cuore pulsante capace di attrarre investimenti» e – di fatto – ci si trova difronte ad un «adeguamento amministrativo di quello che già esiste». Non sono mancati i riferimenti a risparmi economici, sburocratizzazione, interporti collegati e collaborazioni di rilievo nel settore enogastronomico. Di «Go!2025 spinta propulsiva» di questa richiesta di cambiamento ha riferito l’assessore Francesco Del Sordi che ha parlato anche di una «iniziativa politica inclusiva e non partitica che includerà territorio e cittadini». A margine della conferenza stampa, il consigliere comunale monfalconese e presidente regionale della Federazione Pugilistica Italiana Luca Zorzenon ha fatto notare che l’abolizione della provincia di Gorizia ha influito anche sul mondo sportivo in termini di legami con la Regione che prima l’Ente permetteva.
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