la discussione
La protesta sulla sanità ritorna in Aula a Gorizia, passa lo scioglimento del Cisi
La seduta iniziata con i cartelli esposti dal Comitato salute sulla situazione medici di base, poi l'acceso dibattito sul futuro del Cisi e dei suoi servizi.
È stato un consiglio comunale partito subito tra le scintille, quello svoltosi ieri pomeriggio a Gorizia, durato circa cinque ore ma contraddistinto da un serrato confronto tra maggioranza e opposizione. Ad aprire la seduta è stato il tema salute e assistenza, al centro sia tra i banchi dei consiglieri che del pubblico, con il ritorno di alcuni esponenti del Comitato salute che hanno esposto cartelloni per denunciare la carenza di medici di base in città. Un’azione che fa seguito all’ultimo sit-in davanti al municipio di lunedì.
Il gruppetto ha quindi rimarcato il fatto che sono circa 4mila i goriziani senza medico di base, chiedendo che la politica si attivi per risolvere la problematica. Dimostrazione silenziosa che è durata pochi minuti, con la presidente del Consiglio comunale Silvia Paoletti che ha chiesto subito ai coinvolti di rimuovere i cartelloni e di uscire dall’aula. Richiesta non condivisa dai banchi dell’opposizione: «Il sindaco, anziché guardare il telefonino, dovrebbe guardare i cittadini» ha criticato Giulia Roldo (Lista Martina).
Andrea Picco (Noi, mi, noaltris Go) ha quindi rilevato che «i cittadini protestano da mesi. Venga riunita la commissione welfare prima del prossimo consiglio comunale, per ascoltare il direttore del distretto sanitario sugli Asap e medici di base». La sua collega di gruppo Eleonora Sartori ha invece puntato il dito sui tempi necessari per poter discutere le mozioni, ma Paoletti ha replicato che a settembre verranno raggruppati i testi presentati da Picco, Marco Rossi (Pd) e Rosy Tucci (Gorizia è tua) perché trattanti lo stessa tema.
Dopo l’inizio concitato, la seduta si è spostata sul primo punto centrale della giornata, ossia la presa d’atto dello scioglimento del Cisi. A ripercorrere la cronistoria e i motivi del provvedimento è stata l’assessore al welfare, Silvana Romano, rilevando che «è stato un percorso lungo e forse protratto troppo. Realizzare un terzo ente non è stato fattibile. Alla fine abbiamo preso atto con il Cisi dell’avvio di questo percorso», le cui competenze e il personale saranno ripartite tra Asugi e l’Ambito socio-assistenziale dei comuni.
A presentare un emendamento al testo è stato Rossi, chiedendo al sindaco Rodolfo Ziberna di rendersi disponibili per «costituire un nuovo ente per rafforzare il sistema integrato dei servizi sociali». Modifica accolta dal primo cittadino. «È necessario vigilare attentamente affinché il passaggio di competenze dal Cisi all'Asugi garantisca i servizi agli utenti e al contempo il mantenimento delle competenze del personale» ha commentato il dem. La sua collega di partito Laura Fasiolo ha quindi chiesto attenzione su come verranno ricollocati i lavoratori.
Attualmente sono circa 50 i dipendenti del Consorzio, affiancati da quelli di altre cooperative. Di questi, ci sono 14 amministrativi (ma due sono prossimi alla pensione) «che dovranno essere ricollocati negli Ambiti», come spiegato da Romano. La stessa ha replicato anche alla visione espressa da Rossi: «Per il Comune di Gorizia, il Cisi non è mai stato un peso. Nei miei primi due mandati ho avuto tanta amarezza, volevo risolvere alcuni problemi ma ho dovuto sopportare cose difficili. Nell’ultimo bilancio del Cisi con la Provincia, siamo arrivati a cose innominabili».
L’esponente della giunta si è quindi tolta qualche sassolino dalle scarpe, evidenziando come in questi ultimi 12 mesi «si è cercato di risolvere i problemi del Cisi ma non quelli delle persone in difficoltà». A spiegare i dettagli tecnici della modifica è stata la dirigente del settore Welfare, Maura Clementi, evidenziando come funzionerà la ripartizione di competenze e di sostegno economico dopo la riforma introdotta dall’allora governo Gentiloni. Dal canto suo, Franco Zotti (Zotti contro tutti) ha chiesto che fine faranno le sedi attuali del Consorzio.
Sempre dalla minoranza, Roldo ha rivolto il monito alla giunta affinché «i servizi assistenziali devono sfuggire dai meccanismi economici, bisogna puntare sui servizi più locali possibili». Anche Picco ha espresso preoccupazione di vedere una tendenza al risparmio economico anziché alla qualità delle prestazioni. In ogni caso, vista l’apertura della maggioranza all’emendamento proposto dal collega del Partito democratico, l’opposizione si è astenuta, con l’atto passato con 19 favorevoli del centrodestra. Solo Zotti contrario.