l'evento
Projekt D torna a Gorizia, nove artigiani di moda ospiti in via Rastello
Presenti realtà da Friuli Venezia Giulia e Slovenia, sabato porte aperte al pubblico con le ideatrici Dominique e Dragana.
Artigianato, design, moda, ecosostenibilità, Gorizia, Slovenia, Friuli Venezia Giulia. Un puzzle articolato per dare vita a un’idea innovativa capace di portare una ventata d’aria fresca in città, in via Rastello e in settori che dovrebbero costantemente rincorrere la novità e i gusti del pubblico. Con la due giorni dedicata a giornalisti, influencer e blogger, in programma oggi e domani, si è aperta la seconda edizione di Projekt D, evento che sabato dalle 10.30 alle 18.30 spalancherà al pubblico le porte dello showroom di via Rastello 29.
Nato due anni fa dall’incontro fra la fotografa Dominique Pozzo e la mamma blogger Dragana Radosevic, Projekt D (che nel nome richiama le iniziali delle sue creatrici) si propone come una vetrina dell’artigianato regionale e sloveno riunendo in un solo ambiente nove espositori. «L’idea ci è venuta due anni fa, quando a Milano abbiamo assistito a dei press days, cioè delle anteprime delle nuove collezioni rivolte ai giornalisti – spiegano le due amiche. Ci siamo dette: “Perchè non farlo anche a Gorizia, mescolando le eccellenze regionali con quelle d’oltreconfine?”».
L’edizione pilota dello scorso ottobre ha raccolto dieci adesioni, ma ha soprattutto rivelato un grande interesse da parte del pubblico, affascinato dalla novità e dalla preziosità di quanto proposto. «Cerchiamo di affiancare stili diversi, con diverse fasce di prezzo ma sempre materiali di qualità. Quest’anno - proseguono Dominique e Dragana - abbiamo raccolto nove adesioni, quattro dalla regione e cinque dalla Slovenia con anche una presenza maschile». Non si tratta di un mercatino, quindi, ma di una vera esposizione con la possibilità, sabato, di acquistare alla presenza degli stessi creatori.
Questi sono tutti artigiani con un proprio laboratorio, talvolta un negozio fisico, più spesso una vetrina on line dei loro lavori che in alcuni casi vengono venduti anche in attività di colleghi con cui hanno avviato una collaborazione. Ad aprire il percorso Chirsich Jewelry, orafa di Trieste che ha iniziato a lavorare durante la pandemia creando gioielli in argento, ottone e, su richiesta, in oro, tutti aventi come sigla distintiva delle piccole bolle che ne ingentiliscono le forme. Vengono da Lubiana Kročeta e Stojanovski Couture: la prima, appassionata di uncinetto, realizza delle borse in poliestere e pelle accomunate dai colori brillanti.
Le sue creazioni si possono trovare in vendita nell’atelier Stojanovski, la cui produzione è iniziata dai gioielli per poi passare ad abiti da sera (usati anche da miss Slovenia e in molti programmi televisivi) fino ad arrivare, negli ultimi anni, al pret a porter. Dietro il brand Jkh Identity si nasconde una giovane designer affascinata dalla cultura slovena e dalle sue tradizioni che vengono riprodotte sui suoi capi o richiamate utilizzando vecchie tovaglie trasformate in cappotti. Il territorio è fonte di ispirazione per la triestina Mara Pavatich che riporta scorci del Carso o di Barcola sui tessuti, rigorosamente naturali.
Mondi e suggestioni dell’Estremo Oriente si trovano invece sulle creazioni di Hasu, designer carnica affascinata dal mondo, dagli abiti e dai pattern giapponesi riproposti nell’abbigliamento così come in borse e pochette. La slovena Bubalina recupera la tradizione familiare della lavorazione della pelle per creare accessori assemblati grazie a bottoni metallici che sono diventati il suo marchio. Da due anni, le sue creazioni hanno acquisito maggiore originalità combinando la pelle alla paglia grazie all’incontro con Anja Cajhen.
Con quest'ultima è iniziata una collaborazione che ha permesso di riaccendere i riflettori su due mestieri del passato come la pellettiera e la cappellaia. La Cibi di Pordenone realizza i propri abiti recuperando le stoffe dai fondi di magazzino dei brand per i quali ha lavorato ma che poi ha deciso di abbandonare dopo aver saggiato di persona lo sfruttamento a cui sottopongono la manodopera. Più artista che stilista, Deni Pregelj di Renče adatta abiti maschili a un uso trasversale che non resta limitato a generi specifici per rispondere solo alla creatività.
Sabato, in occasione dell’apertura al pubblico, dalle 16 la professoressa Marja Gorjanc dell’università di Lubiana terrà una conferenza sui tessuti in lingua slovena, la cui traduzione verrà poi caricata sui social dedicati a Projekt D, evento reso possibile dai contributi dei partner Spirit Slovenia e Sdgz Ures e dal patrocinio del Comune di Gorizia. Molte le idee già proiettate a GO! 2025: da uno showroom più ampio e importante a una sfilata con aperitivo esclusivo.
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