i festeggiamenti
Primo maggio, l'appello del Pd su lavoro e diritti tra Monfalcone e San Floriano
Nutrita delegazione del Partito democratico oggi a Monfalcone per la festa nazionale, a San Floriano presente la senatrice Tatjana Rojc.
«Bisogna rendere sicuri i luoghi di lavoro e servono certamente più controlli ma serve tanta tanta prevenzione. A cominciare dai ragazzi più giovani che entrano per la prima volta in un posto di lavoro: quella è la situazione più pericolosa. Un’altra cosa che serve ed è necessaria è limitare i subappalti e soprattutto il subappalto a cascata perché abbiamo visto che larga parte degli incidenti accade in quei casi». Lo ha detto la deputata Debora Serracchiani della segreteria nazionale del Pd, che oggi ha partecipato alla manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per il Primo maggio a Monfalcone.
L'esponente dem ha avuto brevi colloqui con i tre i segretari nazionali dei sindacati. Con lei anche la segretaria regionale del partito, Caterina Conti, che ha rivendicato come la sua forza politica sia impegnata «in battaglie perché tutti i lavoratori possano avere una paga dignitosa. Oggi è un’importante giornata per ricordare la dignità del lavoro. La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e per questo ricordiamo i morti, le tante persone sfruttate e prive di diritti, ricordiamo il lavoro povero e le differenze salariali tra uomini e donne».
La senatrice Pd Tatjana Rojc, invece, è stata ospite a Bukovje di San Floriano del Collio per la tradizionale Festa del Lavoro. «San Floriano - così la dem - è uno dei luoghi dove noi sloveni del Litorale ci ritroviamo ogni Primo maggio assieme a tutti coloro che si riconoscono nella democrazia, nella libertà, nel rispetto reciproco e nella giustizia sociale. Valori che sono stati conquistati con l'antifascismo in cui i veri democratici non possono che riconoscersi». Presente anche la segretaria di Stato per gli Sloveni all’estero e nel mondo, Vesna Humar.
«Il Goriziano - ha rimarcato la parlamentare - è terra di incontro tra più culture ma anche di vittime del fascismo – ha riflettuto Rojc – come Lojze Bratuž, morto in modo atroce dopo essere stato costretto a bere olio di macchina, e di sua moglie Ljubka Šorli, torturata selvaggiamente a Trieste dalla Banda Collotti nella famigerata Villa Triste. Erano dei cattolici, sloveni e uniti dall'amore per la musica e la poesia. I garofani rossi che simboleggiano il 1° maggio e la dignità del lavoro sono anche simbolo di queste sofferenze e del sacrificio di migliaia che hanno patito o sono morti solo perché volevano essere sloveni, democratici e vivere in amicizia solidale con tutti».
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