Il presepe di Pasqua arriva a San Rocco, ritorna la tradizione a Gorizia

Il presepe di Pasqua arriva a San Rocco, ritorna la tradizione a Gorizia

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Il presepe di Pasqua arriva a San Rocco, ritorna la tradizione a Gorizia

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 29 Mar 2024
Copertina per Il presepe di Pasqua arriva a San Rocco, ritorna la tradizione a Gorizia

L'autore del lavoro è il signor Bruno Sutteri, affiancato dai signori Franco, Roberto e Sandro. Don Ruggero: «La comunità ha bisogno di qualcosa di nuovo».

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Sui presepi pasquali, Gorizia non è nuova: già da anni il cappuccino fra Oreste Franzetti predispone nella chiesa di San Francesco alcune sacre rappresentazioni per raccontare la Passione e la Risurrezione. Quest’anno l’idea è stata recuperata anche a San Rocco dove, nella centa accanto alla chiesa parrocchiale, è stato allestito un Presepe pasquale su un albero di ulivo. Se nel presepe di Natale viene rappresentata la nascita di Gesù, qui vengono ambientati i luoghi della tradizione della Crocefissione.

L'autore del lavoro è il signor Bruno Sutteri, affiancato dai signori Franco, Roberto e Sandro. L’altro ieri Sutteri ha spiegato ai bambini presenti, assieme a monsignor Nicola Ban, l'importanza di quest'opera che rimarrà visibile fino all’Ottava di Pasqua, il 7 aprile.  A dare un messaggio per la Pasqua 2024, nel segno del presepe pasquale, è don Ruggero Dipiazza: «Non sono positivo nel vedere le cose e le vedo in modo abbastanza preoccupata e ansiogeno», ribadisce.

«L’opera non è la prima in città ma la comunità ha bisogno di qualcosa di nuovo. Il fatto che tutto ci passi sopra con la stessa incapacità di promuovere una relazione o qualche novità ci impedisce di andare avanti. Il buon annuncio del Vangelo rischia di perdere la vivacità e la veridicità stessa dell’annuncio», ha ribadito don Ruggero.

«La chiamata deve essere nella tradizione e nel ricordo ma anche una sferzata all’attenzione, una chiamata a essere attenti con un segnale fuori dalla chiesa, per tutto, che qualcuno si accorga passando che quanto c’è in chiesa ma che ormai non si va a trovare per motivi di tempo si trova anche fuori: il messaggio di Cristo prosegue anche nei giorni nostri ed è un messaggio vivo», conclude don Dipiazza.

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