IL NUOVO ANNO PASTORALE
Sinodo e ascolto: l'arcivescovo Redaelli lancia la nuova lettera pastorale
Il documento presentato ieri sera Monfalcone contiene le indicazioni per il nuovo anno pastorale. Don Boldrin sarà nominato vicario espiscopale per il cammino sinodale.
È stata la chiesa di San Nicolò di Monfalcone ad ospitare ieri sera l’assemblea diocesana di inizio anno pastorale con la presentazione del volume “A Betania”, la lettera pastorale edita da Voce Isontina che l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli ha scritto in occasione del secondo anno del cammino sinodale 2022-2023. Ad aprire l’incontro è stato monsignor Nicola Ban , vicario episcopale per l’evangelizzazione e i sacramenti. “La Lettera Pastorale scritta dall’arcivescovo Carlo e presentata alla diocesi aiuta la nostra Chiesa ad inserirsi nel cammino che le Chiese in Italia stanno facendo. Il titolo e la copertina con la foto di Gerusalemme e Betania fanno intuire che la nostra Chiesa è chiamata ad essere come la casa amichevole di Betania” ha spiegato don Nicola Ban nell’introdurre l’incontro. Dopo il canto d’invocazione allo Spirito Santo e la preghiera conciliare del Sinodo, il diacono Manuel Millo ha letto un brano del Vangelo secondo Luca. Il testo ha descritto una delle tante visite che Gesù faceva in più occasioni alla famiglia di Marta, Maria e Lazzaro con i quali ha stretto una relazione di amicizia e familiarità. Questi ultimi sono dei sentimenti che – anche grazie al cammino sinodale – la chiesa tutta e quella diocesana dovrà saper riscoprire e vivere.
Dopo la lettura della Parola di Dio, la segretaria diocesana dell’equipe che si occupa del Sinodo ha dato lettura della sintesi del cammino svolto nel primo anno che ha visto, in una parte delle occasioni, una partecipazione attiva con delle serate di lavoro a livello decanale e diocesano. Dopo un certo “scetticismo iniziale” c’è stato un coinvolgimento ad ampio raggio di tutte le parti e gruppi chiamati ad ascoltare senza ignorare, condividere uscendo dai soliti schemi, dialogare per appianare le divergenze, porre uno sguardo ecumenico, a far avvicinare le persone, a dare segni di speranza nella comunità ecclesiale ma anche in quella civile e a sperimentare nuove forme di ascolto per sperimentare appieno il Sinodo. Come proseguire dunque il cammino? Come entrare in contatto e “calarsi nel villaggio” di Betania? La lettera pastorale dell’arcivescovo ha offerto alcune piste di lavoro. “Betania era il luogo dove Gesù era di casa e nel quale era ben accolto – ha spiegato monsignor Carlo – la lettera però inizia dal mito greco del Vaso di Pandora, un vaso misterioso dal quale escono dei mali ma da dove viene fuori anche la speranza”. Da qui il collegamento ai giorni nostri da parte del presule che ha equiparato i tempi attuali a questo vaso. “Noi viviamo questo vaso, pieno di guai e problemi e nutriamo il timore verso il futuro” ha commentato l’arcivescovo che ha descritto il vivere quotidiano come qualcosa fatto di una speranza ambigua.
E ancora monsignor Redaelli: “Il cammino sinodale vive però proprio grazie alla speranza”. Betania era quindi il luogo di questo sentimento. Qui Gesù fu accolto in casa di Marta, qui avvenne l’Ascensione, qui è morto e risorto Lazzaro. Dunque per il presule vi è una correlazione fra la città galilea e il cammino sinodale che per la nostra diocesi sarà guidato da don Giulio Boldrin che – come annunciato a sorpresa ieri sera – sarà nominato vicario episcopale per il cammino sinodale diocesano che andrà quindi ad inserirsi in quello della chiesa italiana e universale. La Cei ha istituito i “Cantieri di Betania”. Essi saranno tre: il cantiere della strada e del villaggio, quello dell’ospitalità e della casa e quello del servizio rappresentato dalle diaconie e della formazione spirituale. La Cei ha inoltre suggerito la possibilità che in ogni diocesi sia previsto un quarto cantiere su cui concentrarsi. Nella serata di ieri è stato proposto dal vescovo il cantiere “per l’iniziazione cristiana”. “È l’aspetto materno generativo della Chiesa” ha commentato monsignor Redaelli per descriverlo sommariamente. Con questo quarto ambito di lavoro famiglia e comunità avranno il compito di far innamorare della chiesa i ragazzi .
Tutte le indicazioni pratiche, quelle temporali e le domande guida per lavorare a questi cantieri, sono evidenziati appunto all’interno della lettera proposta ai fedeli e che fa parte del magistero ordinario dell’arcivescovo di Gorizia che vede il Sinodo come un cammino di maturazione che viene offerto da ognuno al servizio di tutti. “Tutto ciò serve ad attirare la partecipazione e a considerare importanti le persone” ha aggiunto il vicario Ban. Dopo la presentazione del nuovo progetto per il “Calendario della Parola” e la comunicazione di alcuni avvisi, il canto di affidamento a Maria madre di Dio e la benedizione dell’arcivescovo hanno chiuso l’incontro. La strada verso Betania allora continua ma le comunità parrocchiali avranno le forze necessarie per farlo? Se il cammino saprà “raccogliere”, ancora una volta la Chiesa sarà quel lievito che offrirà il suo pane fragrante, dono e nutrimento per tutti.
Foto di don Flavio Zanetti.
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