L'INAUGURAZIONE
‘La Presa di Cristo’ arriva a Gorizia: Fondazione Carigo apre al pubblico la sala del Caravaggio

Le visite gratuite a partire da domani fino al 30 giugno. Nel nuovo angolo espositivo dello Smart Space di via Carducci anche tredici codici miniati del Tesoro di Aquileia.
Dopo gli annunci delle scorse settimane, l’attesa è finalmente terminata: sarà visitabile da domani 3 aprile fino al 30 giugno, presso la sede della Fondazione Carigo di Gorizia, l’iconico quadro di Caravaggio “La Presa di Cristo”. Arrivata in città nella giornata di ieri e proveniente dalla prestigiosa collezione privata dei principi Ruffo di Calabria, l’opera – compendio dei tratti stilistici che hanno reso immortale l’arte del pittore cinquecentesco - verrà esposta in una nuova apposita sezione dello Smart Space di via Carducci, assieme a tredici codici miniati appartenenti al Tesoro di Aquileia di cui la Fondazione ha finanziato il restauro.
Si è svolta oggi alle 11 l’inaugurazione del nuovo spazio espositivo, con la preview per la stampa del capolavoro di Michelangelo Merisi. Il suo arrivo qui a Gorizia testimonia, come raccontato all’evento dal presidente di Fondazione Carigo Alberto Bergamin, «l’impegno diretto dell’ente in questa sfida epocale per la città e per il territorio volta a valorizzare ancor di più ciò che essi esprimono». «Ci siamo messi in gioco con una serie di iniziative – ha proseguito Bergamin, il cui mandato di presidente terminerà a fine mese - fra cui quella odierna: l’apertura di una sezione dello Smart Space dedicata all’arte classica che connette la circostante multimedialità con un lato più legato alle nostre radici culturali, così da favorire uno scambio intergenerazionale».
Un risultato conseguito grazie alla collaborazione di vari attori ed enti, compresa la Fondazione Banco di Napoli, rappresentata in sala dal direttore Marco Castaldo. A tale lavoro congiunto hanno rivolto il loro plauso il prefetto di Gorizia Ester Fedullo e l’assessore alla cultura Francesco Oreti, che ha definito l’iniziativa «una bellissima ciliegina sulla torta» che ancora mancava all’offerta cittadina: «Gorizia è anche capitale europea delle esposizioni, ve ne sono per tutti i gusti – così Oreti – è dunque ancora più bello che “La Presa di Cristo”, opera d’arte dal pathos incredibile, venga ospitata in quello che è il museo della nostra città, lo spazio che ne rappresenta tutta la storia».
Complimenti a Bergamin «per il grande livello dell’operato della Fondazione Cassa di Risparmio in questi anni» anche da parte dell’assessore regionale Sebastiano Callari, secondo il quale la presenza della tela di Caravaggio «dà respiro internazionale a questa Capitale della Cultura». Un’opera, secondo il vicepresidente del Fvg Mario Anzil, «dinanzi alla quale si provano uno stupore e una meraviglia che costituiranno un indimenticabile bagaglio culturale per ciascuno di noi. Cultura, infatti, è anche condivisione collettiva di esperienze».
Spazio dunque ad una dettagliata presentazione dell’opera a cura di don Gianni Citro, parroco del comune campano di Camerota e curatore di varie mostre su Caravaggio, accompagnato in sala dal proprietario della tela, Mario Bigetti. La sala che ospita il quadro è completamente buia, ad eccezione di una sola luce che sagoma il dipinto: una scelta, ha spiegato don Citro, volta a «permetterne un’ammirazione senza interferenze». Il buio consente dunque di «creare un ambiente metafisico, dove ogni spettatore si possa ritrovare per abitare all’interno dell’opera». Scenario analogo all’ambientazione de “La presa di Cristo” stessa, dove «in assenza di elementi paesaggistici Caravaggio, artista che rapisce, ci mostra come il male deforma l’essere umano». Il curatore ha concluso lodando il grande dispiegamento di forze dell’ordine che ha accolto ieri l’arrivo dell’opera in quanto «segno di grande cura e attenzione verso l'intera iniziativa».
Come detto prima, la “Presa di Cristo” di Caravaggio non è la sola grande novità che Fondazione Carigo aprirà da domani al pubblico. Nella saletta adiacente alla stanza del quadro, infatti, verranno esposti a ruota nelle prossime settimane i tredici antichi libri liturgici provenienti dal Tesoro della Basilica patriarcale di Aquileia: imponenti e riccamente decorati, questi codici miniati – alcuni risalenti addirittura al IX secolo dopo Cristo- testimoniano il grande valore storico, religioso e culturale radicato nel territorio. Il loro allestimento è stato curato in collaborazione con la Biblioteca del Seminario Teologico di Gorizia. Sia la tela di Caravaggio che i Codici saranno ammirabili gratuitamente negli orari quotidiani d’apertura dell’edificio: è consigliata la previa prenotazione.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.
Messaggi elettorali a pagamento








Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
