l'iniziativa
Prepariamo lo zainetto, bambini e padri giocano in carcere a Gorizia
Nei giorni scorsi si è tenuto un momento di gioco tra detenuti e i loro figli prima dell'inizio della scuola, con quiz e attività per stare tutti insieme.
C'era stato già un primo momento di incontro ludico ricreativo tra i detenuti, nella casa circondariale di Gorizia, insieme ai loro figli lo scorso 3 giugno. Questo era all'interno del progetto nazionale “La partita con mamma e papà” promossa da Bambinisenzasbarre onlus, in collaborazione con il ministero della Giustizia e su proposta dei volontari della Conferenza regionale volontariato e giustizia. Sabato 9 settembre, invece, si è svolta l’iniziativa “Prepariamo lo zainetto!”.
L’idea è stata quella di replicare il precedente incontro, offrendo ai detenuti di Gorizia la possibilità di vivere un momento privilegiato con i loro figli, al di là dei consueti colloqui settimanali, costretti dalla freddezza di una stanza condivisa con altri detenuti, altri vissuti personali e altre emozioni. Si è colta quindi l’occasione dell’ultimo sabato prima della ripresa dell’anno scolastico.
La proposta è stata favorevolmente accolta da Alberto Quagliotto, direttore dell’istituto di via Barzellini, e dalle funzionarie dell’Area giuridico-pedagogica,Margherita Venturoli e Doride Elisa Cutaia. L’iniziativa si è svolta grazie alla disponibilità del corpo di polizia penitenziaria, in particolare il comandante Guido Tipaldi, il vice Franco Mauro e all’assistente Antonietta Esposito. Durante la mattinata, genitori e figli si sono sfidati in semplici quiz e giochi nelle principali materie scolastiche: letterature, matematica, geometria, storia, geografia ma anche educazione fisica.
Alla fine dell’attività, i genitori detenuti hanno donato ai loro figli del materiale scolastico, fornito dal Comitato di Gorizia della Croce rossa. Un momento conviviale, è invece stato possibile grazie ad una donazione da parte del Consiglio di Zona soci Isontino di Coop Alleanza 3.0. Un’iniziativa che va ben al di là del semplice momento ludico e spensierato, ma come ha commentato Venturoli, "vuol essere un momento in cui l’istituzione vuol dare un segno del prendersi cura di chi ha sbagliato e di chi ha commesso degli errori".
Il tutto "promuovendo anche la genitorialità, la tolleranza, l’inclusione, un messaggio forte che può arrivare non solo ai detenuti e ai loro figli ma che può arrivare anche alle famiglie del personale dell’Istituto e dei volontari che operano al suo interno".
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