la situazione
La preghiera del venerdì a Monfalcone, occhi sulla comunità nei due centri

La situazione nei centri in concomitanza con il venerdì, giorno di preghiera per i musulmani, ma Rejaul Haq Raju replica: «Sono in corso delle riunioni, non delle preghiere».
Ieri, poco dopo le 17, è arrivata copia della Pec inviata dall’avvocato Vincenzo Latorraca – legale difensore dei circoli culturali islamici di Monfalcone – al Comune per chiedere «l’attuazione dell’ordinanza del Consiglio di Stato 1026/2024».
«All'esito della Camera di Consiglio del 19 marzo – si legge nella missiva che cita il decreto - il Collegio, richiamati i decreti presidenziali, con ordinanza numero 1026/2024 depositata in data odierna, ha evidenziato la rilevanza costituzionale del diritto di culto e la necessità di un leale confronto tra le parti, ritenendo “necessario, nelle more della definizione del giudizio nel merito, adottare misure interinali alternative che consentano ai credenti di potere comunque osservare le prescrizioni religiose (anche legate al periodo di Ramadan)».
Richiamando ancora il decreto, Latorraca fa riferimento alla «reciproca collaborazione» necessaria per l’individuazione di «siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti l’esercizio della preghiera». Riprendendo la «massima sollecitudine» per l’attuazione del tavolo di confronto espressa dal Collegio, il legale delle associazioni comunica di «attendere l’immediata convocazione del tavolo». Per ora, dal Comune non c’è stata ancora nessuna pronuncia come nessun'altra dichiarazione proviene dai vertici del Baitus Salat e del Darus Saalam.
Nel frattempo, il sindaco Anna Maria Cisint rimarca che i centri culturali islamici monfalconesi non potranno ospitare le preghiere collettive al loro interno. Un punto anch'esso inserito nell'ordinanza della Seconda sezione del Consiglio di Stato, firmata dal presidente Dario Simeoli, ma on sembra che si vada però in questa direzione, quindi nell’osservanza di quanto decretato (in attesa del pronunciamento nel merito del Tar). Oggi poco dopo le 14, sono state notate diverse “turnazioni” di fedeli musulmani che hanno frequentato i centri di via Don Fanin e via Duca d’Aosta.
Incontrando sul posto Rejaul Haq Raju, rappresentante del centro culturale islamico di via Don Fanin, abbiamo chiesto lui delle spiegazioni. «Sono in corso delle riunioni, non delle preghiere» dichiara Haq. La situazione non appare chiara, in quanto, seppur a turni - dichiarati di 50 persone – l’alternanza non sembra riferibile a delle riunioni. Chiediamo di entrare in via don Fanin. Ci viene risposto di si, per ascoltare ma non per fare fotografie o video. Anche in via Duca d’Aosta si nota un “buon movimento” seppur sorvegliato da volontari del centro.
«Se questa è la modalità di ottemperanza di quanto stabilito dalla magistratura competente, è tutto molto grave. I cittadini sono allibiti» dichiara telefonicamente in maniera netta il sindaco Anna Maria Cisint. «Il comandante della Polizia locale è stato sul posto ed è stato fatto un verbale» assicura Cisint.
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