LE REAZIONI
La battaglia legale sulle preghiere a Monfalcone, Morsolin ribatte: «È accanimento»
I consiglieri di minoranza polemizzano sulle spese legali eccessive che pesano sulle casse comunali: quest’anno sono già 110mila euro.
Fa discutere la decisione del Comune di Monfalcone di presentare appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Fvg, che aveva accolto il ricorso dell'associazione Baitus Salat, rispetto all'ordinanza con cui si inibiva l'uso dell'area esterna dell’ex discount di via Primo maggio. Dal caso «emerge un accanimento specifico che trova grande risonanza nella campagna elettorale che la sindaca Cisint sta portando avanti per la sua elezione al Parlamento europeo» scrivono in una nota i consiglieri di opposizione Cristiana Morosolin e Alessandro Saullo de La Sinistra.
Quindi, i due consiglieri si chiedono «quanto pesa questa faccenda sulle casse dei conti pubblici». «Queste consulenze legali si pagano a colpi di parcelle che vanno dagli 8 mila ai 18 mila euro – osservano i consiglieri - tanto che nei primi sei mesi del 2024 abbiamo già speso più di 80 mila euro che vengono prelevati direttamente dalle tasche dei cittadini solo per questa crociata. Infatti la partita contro i centri islamici ha fatto in modo che quest’anno le spese legali del Comune di Monfalcone siano già di 110mila euro, quindi 30mila euro in più delle spese legali di tutto il 2023 che ammontavano a 71.542 euro».
Fatti i conti, Morsolin e Saullo propongono la loro idea sull’utilizzo delle risorse economiche. Gli 80mila euro potrebbero essere stati destinati a «più turni per i centri estivi, rimasti congelati a quelli del 2016, ma con una popolazione minorile decisamente aumentata, allora si che la qualità della vita e le tasche dei cittadini ne avrebbero guadagnato».
E ancora: «si sarebbero potuti spendere anche per i mediatori culturali facilitando il lavoro delle insegnanti o per finanziare il centro antiviolenza e fare veramente qualcosa di concreto per le donne invece di continuare ad utilizzare argomenti strumentali ai soli fini propagandistici». Cisint ribatte ribadendo la linea: «va affermata la legalità, le norme urbanistiche non si possono ignorare». «La legge è uguale per tutti – conclude il sindaco – per Morsolin invece non è così».
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