Preghiere nei centri islamici a Monfalcone, La Sinistra: «La destra aveva torto»

Preghiere nei centri islamici a Monfalcone, La Sinistra: «La destra aveva torto»

IL GIORNO DOPO

Preghiere nei centri islamici a Monfalcone, La Sinistra: «La destra aveva torto»

Di S.F. • Pubblicato il 28 Giu 2024
Copertina per Preghiere nei centri islamici a Monfalcone, La Sinistra: «La destra aveva torto»

Il giorno dopo della sentenza del Tar arrivano le reazioni dei consiglieri del centrosinistra: «Le cose ritornano a come sono andate negli ultimi 20 anni».

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Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha accolto i ricorsi dei centri islamici. Si annullano così le ordinanze dirigenziali del Comune che non permettevano l’accesso dei fedeli musulmani nei centri culturali di via don Fanin e via Duca d’Aosta a causa – secondo l’amministrazione comunale - di una non prevista e corretta destinazione d’uso dei locali in questione. Se da un lato le comunità islamiche ritengono di non aver mai infranto la legge e accolgono con gioia questa notizia, il sindaco Anna Maria Cisint ha annunciato un nuovo appello al Consiglio di Stato. Intanto, La Sinistra per Monfalcone si espone sull’esito della vicenda.

«Le cose ritornano a come sono andate negli ultimi 20 anni – scrivono in una nota i consiglieri di minoranza Alessadro Saullo e Cristiana Morsolin - prima che Monfalcone diventasse famosa in Italia per la battaglia politica e personale di chi la amministra. Sulla questione, nei mesi, si è divisa la città, si sono acuite le differenze tra schieramenti, la destra ha accusato chiunque manifestasse dubbi o la invitasse a mediare con l'altra parte della città, di fomentare l'illegalità».

«Oggi possiamo dire che la destra aveva torto – continuano i due esponenti - altrettanto si sbagliava l'amministrazione, nell'emanare quelle ordinanze, che infatti sono state annullate, non dalla politica, ma da chi esercita, di mestiere, la Giustizia. Sbaglia Cisint a continuare a parlare di legalità, o di mancato rispetto dei regolamenti, perché dovrebbe sapere che, nella divisione dei poteri, non è un compito dei sindaci, quello di amministrare la giustizia e le controversie. Questo compito spetta ai giudici e le sentenze si cercano di comprendere, e si rispettano».

Sulla volontà espressa nella giornata di ieri dal primo cittadino - quella di fare un ulteriore e nuovo ricorso al Consiglio di Stato - i consiglieri dichiarano: «La destra continua ad intestardirsi nell'alimentare la divisione della città, spendendo soldi in una battaglia che, in questi mesi, non ha certamente aiutato la comunità nel suo insieme, e non ne ha migliorato la fama». In chiusura, Saullo e Morsolin auspicano che si ritorni al tempo «di una politica capace di convocare le parti intorno ad un tavolo, ricucire gli strappi e restituire alla città una visione di futuro e di convivenza. La città se lo merita».

Per la capogruppo consiliare del Pd, Lucia Giurissa, «l'amministrazione comunale dovrebbe semplicemente prenderne atto e aprire un tavolo di confronto con le diverse anime di Monfalcone per ripristinare almeno in parte un senso di coesione e di rispetto. Nessuno ha violato la legge ed è penoso sentire Cisint affermare che “i giudici hanno preso un abbaglio”: dopo mesi interi di crociata personale e strumentalizzazione sistematica della nostra città a scopo propagandistico, dovrebbe esserci un po’ di onestà intellettuale dalla destra al governo nell’ammettere che oggi si chiude uno dei capitoli più tristi della storia locale».

La dem incalza anche sulle spese legali:« Invece di buttare altri soldi pubblici in un ricorso, crediamo sia necessario ritrovare una bussola ispirata ai principi di laicità e uguaglianza e mettere al bando qualsiasi tentativo di esacerbare scontri di civiltà costruiti ad arte. Purtroppo Cisint ha avuto tutto il tempo di presentare il suo libro in giro e di farsi eleggere in Europa mettendo in ansia e ridicolizzando una città, ora vada a fare quello per cui è stata eletta e lasci ad altri l’onere della ricostruzione di una convivenza civile a Monfalcone».

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